Sarezzo in trincea contro lo «sciogli-rifiuti»

di Marco Benasseni
Il tavolo dei relatori chiamati a informare i cittadini  di Sarezzo Sala affollata e pubblico preoccupato per l’impianto di pirolisi
Il tavolo dei relatori chiamati a informare i cittadini di Sarezzo Sala affollata e pubblico preoccupato per l’impianto di pirolisi
Il tavolo dei relatori chiamati a informare i cittadini  di Sarezzo Sala affollata e pubblico preoccupato per l’impianto di pirolisi
Il tavolo dei relatori chiamati a informare i cittadini di Sarezzo Sala affollata e pubblico preoccupato per l’impianto di pirolisi

L’impianto Sares Green fa parlare la Valtrompia da un paio d’anni. Inizialmente era stato annunciato, e recepito, con un’importante innovazione tecnologica, ma in seguito all’incontro organizzato venerdì sera dal neonato comitato «Cittadini per la salute pubblica», la percezione sembra radicalmente mutata.

Oltre 300 persone hanno partecipato per ascoltare il punto di vista proposto dal comitato, che si è presentato con un tecnico specializzato e un medico. L’incontro si è aperto con due suggerimenti: primo, ritrovarsi il 6 aprile all’appuntamento fissato dall’amministrazione comunale; secondo, documentarsi il più possibile sul tema.

NEL MIRINO c’è un impianto di pirolisi che brucerà circa 65mila tonnellate di rifiuti all’anno, a cui il comitato dice un accorato no: «Siamo persone agitate più che agitatori - ha esordito il presidente Davide Guerini -. Non siamo contro nessuno, vogliamo semplicemente essere informati. L’impianto può essere inserito nella famiglia degli inceneritori e non crediamo che la nostra zona, una tra le più inquinate al mondo, abbia bisogno di altre emissioni nocive. Vero: la Valtrompia è la culla dell’imprenditoria, ma bisogna anche capirne il prezzo».

MA A CHE PUNTO SIAMO con l’impianto già realizzato, ma non ancora funzionante, in via Unità d’Italia a Sarezzo?

La società è in attesa delle autorizzazioni che dovrà rilasciare Regione Lombardia, essendo l’istanza riferita a un impianto sperimentale, ed è assolutamente convinta di aver brevettato un impianto a impatto zero sull’ambiente.

Cosa arriverà in quello che il comitato ha definito un inceneritore? «Parti plastiche di autovetture (car fluff), e molti materiali che non sono considerati imballaggi - ha spiegato il tecnico Gianluca Cuc -. All’interno della pirolisi si formano molecole pericolose per la salute dell’uomo - ha aggiunto -. Arriva il rifiuto da trattare, si passa alla fase di fusione della plastica, poi pompata in un reattore dove avviene la pirolisi: da questo processo, basato sul riscaldamento che arriva a 400 gradi, si forma un combustibile liquido, un residuo solido (che sarà venduto come combustibile) e un gas (usato per alimentare la centrale). Nella componente solida ci sono alluminio, nichel, rame, zinco; in quella liquida alti contenuti di cloro, il resto diventerà una componente gassosa».

Secondo i tecnici la previsione è che a Sarezzo possano essere bruciate oltre 22 tonnelate al giorno di rifiuti, di cui, tra l’altro, non è ancora chiara la provenienza.

Cuc ha terminato spiegando che gli inceneritori classici subiscono controlli continui, mentre per la pirolisi la normativa vigente prevede solo un controllo semestrale.

Il pubblico ha recepito l’oponione che l’impianto non sia a impatto zero, oltretutto è stato realizzato vicino al centro abitato e ai campi da calcio. Il comitato vuole quindi avere maggiori informazioni sulle conseguenze che Sares Green potrebbe avere sulla Valtrompia e chiede che venga fatta anche una valutazione sull’impatto sanitario.

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