Sarezzo, ripulisce la betoniera
e scarica il cemento nel Mella

di Marco Benasseni
Sarezzo: lo scarico illegale nel corso del Mella
Sarezzo: lo scarico illegale nel corso del Mella
Sarezzo: lo scarico illegale nel corso del Mella
Sarezzo: lo scarico illegale nel corso del Mella

Sono stati sorpresi con le mani nel sacco; anzi, con il tubo nel tombino come hanno giustamente dichiarato le autorità intervenute. E finalmente, almeno in questa occasione i responsabili di uno scarico illegale nel Mella sono stati denunciati. In realtà l’episodio risale a inizio mese, ma la notizia è trapelata solo ieri dalla pagina Facebook della polizia provinciale.

IL PRIMO MARZO le Guardie ecologiche volontarie della Comunità montana hanno sorpreso un imprenditore di Sarezzo mentre ripuliva una betoniera all’interno della propria azienda. L’episodio è stato denunciato dalle stesse Gev, intervenute con il supporto di un agente della polizia locale di Sarezzo mentre l’acqua biancastra veniva versata in un tombino all’interno della proprietà, a pochi metri dal fiume. Ieri è stata convalidata la notizia di reato, ma le indagini della magistratura sono ancora in corso per stabilire i profili penali della vicenda.

«La tempestività dell’intervento ha permesso di cogliere in flagranza di reato l’autore dello sversamento, che stava effettuando operazioni di pulizia di quelli che, in seguito, sono stati accertati come residui di cemento e calcestruzzo - spiega il sindaco di Sarezzo Diego Toscani -. Il Comune è intervenuto con la polizia locale a supporto delle guardie ecologiche perchè l’attenzione ai reati ambientali è sempre al primo posto per questa amministrazione. Sappiamo di essere in una zona delicata e cerchiamo di fare molti controlli sia per quanto riguarda i corpi idrici, sia per le emissioni in atmosfera».

Come più volte evidenziato dalle autorità e dagli amministratori locali, il problema è proprio la tempestività con cui si riesce a risalire all’origine dello scarico; nel fiume o altrove. È sempre difficile sorprendere qualcuno mentre viola la legge, ma in questo caso le sentinelle del Mella, le guardie ecologiche, sono riuscite nell’intento.

La segnalazione pare essere partita da alcuni cittadini che si trovavano sulla pista ciclopedonale, e che hanno immediatamente avvisato i volontari impegnati da tempo a presidiare il corso fluviale grazie a una convenzione stretta dai comuni con la Comunità montana.

I reflui biancastri hanno immediatamente insospettito gli agenti volontari i quali, dopo una breve ricostruzione del tracciato fognario, sono risaliti all’azienda che li aveva prodotti; a uno stabilimento a ridosso del fiume. «Come più volte ribadito, questa non vuole essere una caccia alla streghe - conclude Toscani -. Conosciamo e difendiamo il ruolo importante delle attività produttive del nostro distretto, ma non possiamo tollerare gli imprenditori che non rispettano la legge e l’ambiente».

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