Sul depuratore imperversa una battaglia di carte bollate

Una veduta aerea della zona che ospiterà il  depuratore di Concesio
Una veduta aerea della zona che ospiterà il depuratore di Concesio
Una veduta aerea della zona che ospiterà il  depuratore di Concesio
Una veduta aerea della zona che ospiterà il depuratore di Concesio

Spirano venti di una guerra (legale) sul mega depuratore della Valtrompia in progetto a Concesio. La sentenza del Tar che poco più di un mese fa ha annullato la gara di appalto dei lavori accogliendo il ricorso presentato dalla Suez Trattamento Acque, azienda seconda classificata nella graduatoria del bando di Asvt, innescherà una battaglia di carte bollate. Il pronunciamento dei giudici amministrativi sarà impugnato dall’utility che non intende affidare l’opera alla Suez Trattamento Acque come stabilito dalla sentenza, e dall’impresa Torricelli, a capo del raggruppamento temporaneo di imprese che contempla anche la Giovanni Putignano & Figli e la Facchetti Costruzioni. Il bando di gara - con base fissata a 26.627.759 euro - riguardava la costruzione di un depuratore al servizio di un bacino di 85 mila abitanti. AL RAGGRUPPAMENTO di imprese era stata affidata la redazione del progetto esecutivo, la messa in esercizio dell’impianto e il successivo collaudo di dieci mesi. Ma i giudici hanno riscontrato delle anomalie nel contratto di avvalimento, ovvero una forma che consente di avvalersi di altre aziende per soddisfare i criteri di affidabilità richiesti dai bandi di appalto. Il doppio ricorso al Consiglio di Stato era scontato: i vertici di Asvt non hanno mai nascosto i dubbi in merito all’interpretazione da parte del Tar. «Osserviamo che le interpretazioni fatte dal tribunale amministrativa sulla stipula di un contratto di avvalimento non sono quelle che i nostri legali ci avevano presentato. – aveva dichiarato il presidente di Asvt Alvise Gnutti -. Ci riserviamo di fare un approfondimento per valutare le strade perseguibili a tutela degli interessi collettivi». Il che significa appunto impugnare la sentenza. Nelle prossime ore è previsto un incontro dei vertici dell’azienda di Valle per informare il patto di sindacato sulle azioni messe in campo. È stata quindi esclusa l’ipotesi paventata inizialmente di affidare la gara al secondo classificato. Asvt e Torricelli, convinti di aver rispettato le regole, hanno scelto di appellarsi. Adesso bisognerà attendere i tempi della giustizia che inevitabilmente comporteranno qualche ritardo per la realizzazione dell’opera. Nel frattempo però procedono come da programma le opere correlate previste dal progetto: l’innalzamento degli argini del fiume Mella per rendere edificabile l’area, il posizionamento del collettore in diversi Comuni della Valle e la strada di collegamento al futuro depuratore che è in fase di progettazione definitiva. Certo i cantieri slitteranno. E non si sa di quanto. Dovevano durare 16 mesi, ora chissà quando partiranno. Il tutto mentre sta per scadere l’ultimatum dell’Ue nei confronti di poco meno di 50 Comuni bresciani (11 in Valtrompia appunto) messi sotto procedura di infrazione per non aver adeguato ai parametri continentali i sistemi di depurazione o, peggio ancora, perché scaricano ancora le scorie biologiche nei corsi d’acqua. Il problema sanitario-ambientale riguarda un bacino di 280 mila abitanti. Presentando progetti di risanamento con copertura finanziaria si potranno congelare almeno quattro quinti del parco multe del prossimo triennio: 250 milioni sui complessivi 368. In tutto, da qui al 2023, per evitare le sanzioni di Bruxelles serviranno 304 milioni di investimenti: più di 108 milioni riguardano i Comuni gestiti da A2A Ciclo Idrico, 80 milioni quelli di Acque Bresciane, oltre 97 milioni per Asvt e 18 milioni per gli altri gestori. •

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