Tra boschi e radure l’arte ha trovato rifugio

di Edmondo Bertussi
L’ex stalla che poco alla volta si sta trasformando in un porto sicuro per pellegrini e artisti
L’ex stalla che poco alla volta si sta trasformando in un porto sicuro per pellegrini e artisti
L’ex stalla che poco alla volta si sta trasformando in un porto sicuro per pellegrini e artisti
L’ex stalla che poco alla volta si sta trasformando in un porto sicuro per pellegrini e artisti

La località si chiama «Ségn». Da lì, sopra Brione, lo sguardo spazia verso il Golem, arrossato al tramonto, poi indugia sulla pianura verso Milano, le Alpi liguri e la linea scura dell’Appennino che si intuisce in una pennellata nebbiosa diventata un incendio. Attorno tutti i colori del ferragosto: un incanto. Lì si allunga appollaiato, per un momento avvolto di luce dorata, un rustico fabbricato su due piani. Sulla facciata, con le sue vecchie persiane verdi per un tratto e poi nuove verso l’ingresso, è abbozzato un suonatore e spicca la scritta «Dreamers Team», gruppo sognatori.

La grande porta è aperta su un ampio locale: una sorpresa come la sua storia, raccontata dai due amici (chiedono assoluto anonimato) che ne hanno fatto loro rifugio. Fino agli anni Sessanta era stata la stalla e cascina del nonno di uno di essi. C’era il boom di strade ed edilizia. Il figlio scelse di fare il ruspista in proprio. Sposato a Marcheno, nella bella stagione vi tornava con la famiglia: si aggiunse un pezzo, la stalla inutilizzata divenne un lungo locale ospitale per tanti amici.

IL PRIMO PIANO è stato adattato con stanzette indipendenti col loro bagno. In pensione si ritirò lassù, mentre il figlio, camionista, restava al paese. E qui si incrociarono le storie parallele di questo con l’amico incisore in fabbrica e pittore per passione: tra i quaranta e i cinquanta, tornati single con un figlio e una figlia per le vicende della vita. Salivano in «Ségn» a guardarsi attorno, tirare il fiato.

Un’amica sarda del camionista era bravissima nell’arte del mosaico: si è appassionato in quel lavoro paziente di composizione dei colori e fantasia. Il sodalizio si è ampliato alla collaborazione artistica: uno tratteggia bei disegni sulle pareti e l’altro li copre a mosaico.

Così il grande tinello ha cominciato a colorarsi, diventato laboratorio d’arte, con amici ad aiutare nel reperimento di fortuna di quanto necessario. Intanto era successo altro: quindici anni fa vi aveva trovato tetto e ospitalità un artigiano arredatore di Brescia. Ricambia facendo compagnia all’ex ruspista, che vi passa ancora la bella stagione, e tutti i mestieri, dal contadino al muratore, elettricista, ortolano. Un giorno è arrivata una giovane immigrata con il figlio: tornato il marito in Africa, non poteva più pagare l’affitto. «Sègn» è diventato meta ospitale per poveri cristi bisognosi: d’estate i due amici si improvvisano cuochi o altro, buoni samaritani. Anche quest’anno vi stanno passando il ferragosto coi loro «ospiti».

L’ACCADEMIA d’arte è cresciuta, composizioni sempre più ambiziose come il grande leone di San Marco, occhi umani e testa di bestia alata, come la vita, spiegano. Ora vorrebbero abbellire una vecchia fontana lavatoio a Marcheno ma devono fare i conti con la burocrazia, permessi, Belle Arti. Si vedrà. Dopo aver guardato le stelle col telescopio, la discesa nel bosco silenzioso, la sensazione di lasciare un convento medioevale dove si meditava, coltivando arte e scienza, con la porta sempre spalancata al pellegrino.

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