Via gli alberi
sradicati dal
vento e dal greto

di Barbara Bertussi
Mezzi e uomini al lavoro nel letto del Mella per ripulire il greto e gli argini da tronchi, ramaglie e massiIl Mella a Villa Carcina  il 29 ottobre scorsoLa piena del fiume arrivata alle porte di Brescia
Mezzi e uomini al lavoro nel letto del Mella per ripulire il greto e gli argini da tronchi, ramaglie e massiIl Mella a Villa Carcina il 29 ottobre scorsoLa piena del fiume arrivata alle porte di Brescia
Mezzi e uomini al lavoro nel letto del Mella per ripulire il greto e gli argini da tronchi, ramaglie e massiIl Mella a Villa Carcina  il 29 ottobre scorsoLa piena del fiume arrivata alle porte di Brescia
Mezzi e uomini al lavoro nel letto del Mella per ripulire il greto e gli argini da tronchi, ramaglie e massiIl Mella a Villa Carcina il 29 ottobre scorsoLa piena del fiume arrivata alle porte di Brescia

Cessato l’allarme e passata la bufera, si può dire che il Mella sia tornato a una situazione di normalità dopo la tremenda giornata del 29 ottobre, quando il grande fiume faceva davvero paura nel tratto compreso tra Bondegno di San Colombano e Sarezzo. Il tutto grazie a una serie di interventi urgenti e lavori di pulizia che stanno proseguendo anche in questi giorni, a cancellare le tracce della tremenda ondata di maltempo del mese scorso.

DANNI E PAURA. Nella serata di quel terribile lunedì il fiume cresceva a vista d’occhio, con i torrenti ormai saturi ad alimentarlo, abbattendo alberi vicini agli argini e trascinando con i tronchi isole di ramaglie e detriti che facevano da tappo, mentre era incessante il sordo rumore dei colpi delle pietre enormi che rotolavano sul fondo trascinate dalla furia della corrente. A Marcheno, dove il letto è già ampio, arrivava all’altezza della capanna della natività e sembrava voler spazzare via tutto il villaggio del presepe; appena dopo enormi tronchi incastrati tra piante cresciute in mezzo al fiume alte più di dieci metri e quelle sulla riva facevano diga deviandolo sui prati di sponda. A Inzino, con il livello salito di oltre 4 metri, spazzava via il parco giochi di via Zanardelli. A Ponte Zanano, dove il letto si restringe, minacciava di saltare sulla Provinciale. E così anche a Sarezzo e oltre. L’allerta era altissima all’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia, che ne ha la competenza, e il giorno dopo, rallentata la pioggia, fu subito disposto un sopralluogo completo, con la decisione di intervenire (grazie a 40.000 euro di fondi regionali) con lavori immediatamente affidati alla cooperativa Ecotecnica Valtrumplina di Gardone.

IL PROBLEMA era urgentissimo: intervenire sul letto del fiume e sgombralo da piante e detriti, per non aggravare i danni agli argini già in atto e a rischio. Si è partiti con la pulizia, badando all’essenziale. Da Sarezzo, vicino al Campo Redaelli, poi al semaforo di Ponte Zanano, dove sotto la Provinciale passano fiume e ciclabile, e a Gardone dietro l’Ipsia. Per poi risalire al Ponte di Rovedolo e con ben tre interventi a Marcheno a eliminare la diga di piante dopo il presepio e a sgombrare il fiume da abeti caduti all’uscita del paese, vicino alla passerella in ferro, a Brozzo. Rimane, già programmato in questi giorni, l’intervento in via Bondegno, a San Colombano, dove, dal pendio della frana che anni fa fece temere lo sgombero di tutta la via, sono caduti nel fiume abeti abbattuti dalla furia della tromba d’aria che poi ha fatto danni in paese. Un lavoro frenetico che, fanno sapere dall’Utr con soddisfazione, ha visto l’importante collaborazione di comuni e privati, mentre già venerdì l’ufficio ha disposto un altro intervento urgente (altri 40.000 euro) sui muraglioni d’argine dietro la parrocchia di Zanano.

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