Villa dei Pini chiude il portone
Niente più funerali «scontati»

di Marco Benasseni
L’ingresso della storica casa di riposo Villa dei Pini
L’ingresso della storica casa di riposo Villa dei Pini
L’ingresso della storica casa di riposo Villa dei Pini
L’ingresso della storica casa di riposo Villa dei Pini

Vivere costa caro, ma anche morire può diventare un lusso. Lo stanno scoprendo a proprie spese i cittadini di Villa Carcina, che in questi giorni sono in agitazione per la chiusura della camera mortuaria della casa di riposo Villa dei Pini. Uno spazio che svolgeva un servizio di pubblica utilità pur non essendo pubblico a tutti gli effetti. E proprio qui è cascato il proverbiale asino.

Infatti la camera mortuaria non è del Comune, bensì della Fondazione Colturi che gestisce la casa di riposo, e da sempre è a disposizione esclusiva degli ospiti della struttura, anche se di tanto in tanto veniva fatto uno strappo alla regola per andare incontro alle esigenze della comunità.

Un servizio di cortesia sul quale un richiamo dell’Asl al rispetto delle normative ha fatto calare il sipario. E così ai cittadini non resta che rivolgersi alle sale del commiato delle agenzie funebri private, che ovviamente hanno altri prezzi.

«QUEST’ESTATE è arrivato un richiamo dell’Asl sulle camere mortuarie: devono essere a norma per quanto riguarda ventilazione, sala d’attesa, possibilità di parcheggio e sistema di videosorveglianza - spiega il sindaco Gianmaria Giraudini - La camera mortuaria di Villa dei Pini fa parte di un lascito comunale, che però negli anni è stato girato alla fondazione privata che ora gestisce la struttura. Il Comune siede nel comitato direttivo, ma la casa di riposo è totalmente autonoma». Da qui lo stop e il conseguente malcontento di alcuni cittadini, che si sono rivolti anche ai gruppi di minoranza in Consiglio comunale per chiedere chiarimenti e non escludono la possibilità di iniziare una raccolta di firme. «Dopo la comunicazione dell’Asl, il presidente della fondazione Roberto Guerra mi ha ribadito che la camera mortuaria è riservata agli ospiti della struttura, come da statuto, e che non c’è alcuna intenzione di investire del denaro per poterla adeguare alle normative e metterla quindi a disposizione degli esterni - prosegue Giraudini - È vero che chi la utilizzava lasciava delle libere offerte, ma i soldi raccolti non sarebbero comunque bastati a coprire il costo dei lavori di adeguamento».

Niente da fare, quindi: il Comune non ha l’autorità necessaria per intervenire, la normativa Asl è inequivocabile e dunque quello spazio può essere utilizzato solo per lutti «interni».

«SIAMO UNA STRUTTURA sanitaria accreditata e il Comune non ci rilascia alcuna autorizzazione, eccetto quelle per costruire - spiega la direttrice della Rsa Chiara Benini - Quindi non è coinvolto direttamente in questa faccenda. Ma per la fondazione la comunità di Villa Carcina resta una priorità e mi sto muovendo, in accordo con altre realtà, per non lasciare soli i nostri cittadini».

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