Vigileranno sui rifugiati:
nell’ex caserma Serini
stanno per tornare i militari

Il presidio di protesta  del comitato «La Serini ai cittadini»
Il presidio di protesta del comitato «La Serini ai cittadini»
Il presidio di protesta  del comitato «La Serini ai cittadini»
Il presidio di protesta del comitato «La Serini ai cittadini»

L’esercito tornerà nella ex caserma Serini di Montichiari. L’ipotesi del trasferimento di un contingente di militari attorno all’area della struttura militare dismessa che sarà convertita a fini umanitari, ha preso sostanza in occasione del tavolo istituzionale sull’emergenza profughi convocato ieri a Brescia.

I SOLDATI DA DESTINARE al centro di accoglienza di rifugiati della Bassa Bresciana saranno trasferiti da zone che non hanno più bisogno del presidio dell’esercito. Il piccolo contingente di militari dovrà garantire la sicurezza dentro e fuori la struttura destinata a ospitare i migranti. Una risposta incisiva alle richieste avanzate dalla popolazione e dall’Amministrazione civica in merito alle garanzie sull’ordine pubblico.

Anche stavolta, il prefetto Valerio Valenti ha parlato ai sindaci con il consueto pragmatismo e la massima franchezza spiegando che la gestione dei flussi di richiedenti asilo inviati in provincia di Brescia deve essere rapida ed efficiente. Nessuno insomma può tirarsi indietro di fronte all’emergenza internazionale. Gli sbarchi si susseguono e la ridistribuzione sul territorio nazionale continua incessantemente: nella giornata di oggi è atteso per esempio l’arrivo di altri 55 migranti a Brescia. Dopo la tregua di ottobre, a novembre i flussi di profughi sulle coste italiane hanno raggiunto i livelli del periodo estivo. Nel corso del vertice è emerso un aspetto su cui riflettere: la ex caserma Serini è stata una scelta obbligata di fronte all’ostracismo dei 121 Comuni bresciani che non hanno accettato di aprire le porte ai rifugiati. Se tutti i sindaci avessero collaborato insomma, non sarebbe stato necessario creare un centro profughi da 130 posti. Il prefetto ha tuttavia ribadito che lo strumento della micro-accoglienza che ha fatto diventare il territorio Bresciano un modello nella gestione dei profughi, resta la leva privilegiata per trovare una sistemazione ai migranti.

LA RIUNIONE DI IERI È STATA fisiologicamente monopolizzata dall’operazione legata alla ex caserma Serini che entro la fine mese ospiterà 130 richiedenti asilo. Per questo Valerio Valenti ha annunciato che nei prossimi giorni convocherà una riunione con tutti sindaci della provincia , con i rappresentanti degli enti locali comprensoriali e con i responsabili delle istituzioni religiose per creare un network capace di dislocare pochi migranti ma in tutti i paesi. Intanto proseguono i lavori nell’ex caserma: nella giornata di ieri gli operai si sono dedicati alla sistemazione del cancello, mentre all’interno dei capannoni le operazioni stanno per volgere al termine. Tra potatura di alberi, taglio dell’erba e posizionamento dei condizionatori, il centro di accoglienza ha quasi preso forma nonostante la protesta del comitato «La Serini ai cittadini».

L’ASSESSORE REGIONALE al Territorio lancia intanto un affondo all’Enac. « Siamo sicuri che il campo profughi all’interno dell’aeroporto di Montichiari non provocherà problemi di sicurezza collegata al traffico dei voli? - si chiede Viviana Beccalossi -:. L’esperienza dice esattamente il contrario. Per questo ho scritto nuovamente al presidente di Enac Vito Riggio per chiedere un parere sulla decisione del Viminale di trasformare il sito militare dismesso in polo di accoglienza. Il silenzio assordante dell’Enac alle mie precedenti sollecitazioni è inquietante. Eppure in gioco non c’è solo la sicurezza del volo ma anche le future occasioni di sviluppo dello scalo e il relativo indotto economico per l’area che rischiano di essere pesantemente penalizzate». Viviana Beccalossi aggiunge: «errare è umano ma perseverare è diabolico. Mi auguro che i vertici di Enac rispondano con urgenza alla mia richiesta, ascoltando la voce delle centinaia di cittadini di Montichiari preoccupati per una situazione grave e minacciosa per la sicurezza del proprio territorio e non dimenticando mai, e cito un esempio per tutti, quanto accaduto all’aeroporto di Cagliari-Elmas, dove alcuni immigrati, in fuga da un centro di prima accoglienza limitrofo allo scalo, sono stati bloccati in prossimità delle piste di atterraggio e decollo, causando ritardi e cancellazioni di alcuni voli». VALERIO MORABITO

Suggerimenti