Polansky, poesie in ogni angolo al festival che il Carmine gli dedica

di Alessandro Gatta
Il collettivo Paul Polansky originario:  Francesco Piscitello, Valérie Dumas, Alessandro Sipolo e Walter PescaraIl poeta, attivista, scrittore e fotografo Paul Polansky visse nel quartiere e scrisse a Brescia «Carmine Voices»
Il collettivo Paul Polansky originario: Francesco Piscitello, Valérie Dumas, Alessandro Sipolo e Walter PescaraIl poeta, attivista, scrittore e fotografo Paul Polansky visse nel quartiere e scrisse a Brescia «Carmine Voices»
Il collettivo Paul Polansky originario:  Francesco Piscitello, Valérie Dumas, Alessandro Sipolo e Walter PescaraIl poeta, attivista, scrittore e fotografo Paul Polansky visse nel quartiere e scrisse a Brescia «Carmine Voices»
Il collettivo Paul Polansky originario: Francesco Piscitello, Valérie Dumas, Alessandro Sipolo e Walter PescaraIl poeta, attivista, scrittore e fotografo Paul Polansky visse nel quartiere e scrisse a Brescia «Carmine Voices»

Mentre mi accingo ad annunciare (con grande piacere) del Festival Paul Polansky che ci sarà domani a Brescia - dalle 16 alle 22, in ricordo del poeta militante che al Carmine aveva vissuto e a cui ha dedicato un libro, Carmine Voices - mi torna alla memoria una vecchia intervista proprio a Polansky (scomparso in Serbia il 26 marzo 2021), quando più di un decennio fa fu ospite a Moniga, da un'idea dell'amico Igor Costanzo (poeta anche lui, che di poesia se ne intende). Gli appunti (a penna) di allora scorrono sul taccuino griffato da un salumificio (!), perché in fondo il giornalista è un grafomane, e quando c'è da scrivere scrive, non importa dove: ecco, in quel tafferuglio di parole spezzate e scritte un po' in italiano e un po' in inglese - che conservo ancora come un cimelio - Paul Polansky parlava a ruota libera di guerra, povertà, razzismo e discriminazione, insomma di tutte le storture della società del profitto. Storture purtroppo sempre attuali, e contro cui Polansky ci ha fatto una battaglia lunga una vita: è sul solco del suo insegnamento - nel segno di «Poesia, musica, arte e diritti» - sottotitolo del Festival - che Brescia e il Carmine domenica lo vogliono ricordare, prima o seconda edizione che dir si voglia (lo scorso anno una sorta di numero zero) coinvolgendo il quartiere, locali e associazioni, lettori e musicisti, per una scorpacciata culturale dalle 16 con due proiezioni fotografiche (allo spazio Carme, a cura di Walter Pescara e Vincenzo Pagliuca) e una maratona poetica con una trentina di artisti che hanno già risposto alla chiamata (già in locandina), altri che arriveranno, e microfono aperto in 9 tappe (prendete nota: ore 18 via delle Battaglie 61, ore 18.30 via Porta Pile 19, ore 19 al civico 15, ore 19.30 via delle Battaglie 66, ore 20 via Fratelli Bandiera 3, ore 20.30 via delle Battaglie 65, ore 21 via al civico 48, ore 21.30 contrada Carmine, ore 22 chiesa del Carmine). L'iniziativa è promossa dal collettivo Paul Polansky - il gruppo originario si compone di Valérie Dumas, Alessandro Sipolo, Francesco Piscitello e Walter Pescara - ma con l'adesione di tante realtà locali e non, da Carminiamo ad Amnesty. «Il Festival consolida la sua forma - racconta Valérie Dumas - e giorno dopo giorno crescono adesioni e interesse. Il nostro fine a lungo termine è ancora quello di intitolare una targa a Polansky, che al Carmine ha scritto il suo unico libro italiano e per cui, prima di morire, pensava già a un seguito. Il Festival vuole dare nuova voce alle Carmine Voices raccolte e raccontate da Paul: la sua eredità sta nel messaggio universale di cui era portatore, di accoglienza, pace, multiculturalità, difesa delle fragilità, sempre popolare e dal basso. Sarebbe bello che un giorno il 26 marzo diventasse una ricorrenza riconosciuta in tutta la città». Lungo il cammino a ogni tappa ci sarà un racconto, una poesia, una canzone: «Ci saranno lettori ufficiali, musicisti e altro - continua Dumas - ma invitiamo a partecipare al microfono aperto chiunque abbia voglia di dire qualcosa, e metteremo a disposizione o Carmine Voices per chi vorrà leggerlo». «Siamo contenti delle adesioni e dell'attenzione - ammette Sipolo - perché da quest'anno cominciamo a fare sul serio. Saranno molto significative le proiezioni fotografiche: Walter Pescara ci racconterà di Paul, Vincenzo Pagliuca invece dei rom a Scampia. Per non dimenticare la militanza di Polansky per i diritti umani, anche a difesa di rom e sinti». •.

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