Camminatori oltre le barriere Il Sentiero degli Dei li aspetta

di Fausto Camerini
I protagonisti  del progetto durante un allenamentoUn’altra istantanea dei futuri camminatori impegnati sul Sentieri degli Dei
I protagonisti del progetto durante un allenamentoUn’altra istantanea dei futuri camminatori impegnati sul Sentieri degli Dei
I protagonisti  del progetto durante un allenamentoUn’altra istantanea dei futuri camminatori impegnati sul Sentieri degli Dei
I protagonisti del progetto durante un allenamentoUn’altra istantanea dei futuri camminatori impegnati sul Sentieri degli Dei

Si stanno preparando a un’avventura, ma è un’avventura già la fase preparatoria stessa: cinque persone con disabilità seguite dalla cooperativa «Il Vomere» si stanno allenando da mesi nelle campagne di Travagliato sotto la guida degli operatori Stefano Rizzo e Federico Orlandi. «I loro progressi sono evidenti - dice Rizzo sorridendo entusiasta -; credo che il nostro obiettivo lo raggiungeremo con facilità». L’obiettivo non è cosa da poco: si tratterà di percorrere assieme a un gruppo di scout una parte del «Sentiero degli Dei», un lungo trekking di 130 chilometri che va da Bologna a Firenze scavalcando la catena appenninica. «Noi ne faremo solo 40 in 4 tappe e saremo, per ogni evenienza, supportati da un minibus - continua Rizzo -; l’impegno fisico non è certo elevato ma la cosa importante è portare questi ragazzi all’aria aperta, in mezzo alla natura, in mezzo agli altri». «Incamminarsi per incontrarsi» è il titolo di questo progetto che, se riuscirà bene, verrà ripetuto e ampliato nei prossimi anni. L’idea è venuta lo scorso dicembre a Luca Gorlani, altro operatore della cooperativa. «Due anni di clausura da Covid per noi sono stati devastanti, tremendi - racconta Rizzo -. I ragazzi restavano chiusi nella comunità e questo non ha giovato al loro benessere psicofisico. Per noi assistenti era fondamentale, passato l’apice della pandemia, recuperare il tempo perduto. Se non ci fosse stata la pandemia forse l’idea manco ci sarebbe venuta. E così ci siamo messi in gioco». I cinque sono Maxwell Danesi, Michele Maifredi, Dario Benedetti, Michael Bertozzi, e Davide Manessi. Quando sono stati scelti «all’inizio erano timorosi, perplessi. Ma poi, man mano che si allenavano, hanno preso entusiasmo. Hanno acquistato fiducia nelle loro possibilità. Ed entusiasti sono anche i loro genitori che hanno caldeggiato l’iniziativa». Oltre che dagli scout un importante supporto è arrivato dal «Gialdini adventure team» di Brescia, che ha sponsorizzato l’impresa (sì, perchè per questi ragazzi di impresa si tratta) e «ci ha fornito anche gratuitamente tutto l’abbigliamento e l’equipaggiamento tecnico. In giugno, luglio e agosto intensificheremo gli allenamenti, spostandoci anche in montagna. Poi a settembre finalmente si partirà». Su questo viaggio verrà girato anche un docufilm che potrà essere utile a diffondere l’esperienza anche ad altre comunità e a confrontarsi con quelle strutture che questa esperienza l’hanno già vissuta. Sviluppare la potenzialità pedagogica dell’andare in montagna; capire che le attività svolte in questi luoghi possono diventare, in certi casi, terapeutiche e riabilitative è essenziale come da qualche anno sta dimostrando anche l’attività della sezione di Brescia del Club alpino italiano che con la «montagna terapia» ha ottenuto finora eccellenti risultati.•.

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