L'ANNIVERSARIO

Vent'anni senza Indro Montanelli A chi manca di più?

di Vincenzo Corbetta
Firma storica del Corriere, fondatore del Giornale che lasciò dopo la discesa in politica di Berlusconi, l'esperienza della Voce: è stato l'ultimo baluardo della destra liberale.
Montanelli con Enzo Biagi (1920-2007), l’imprenditore Giancarlo Aneri e Giorgio Bocca (1920-2011)
Montanelli con Enzo Biagi (1920-2007), l’imprenditore Giancarlo Aneri e Giorgio Bocca (1920-2011)
Montanelli con Enzo Biagi (1920-2007), l’imprenditore Giancarlo Aneri e Giorgio Bocca (1920-2011)
Montanelli con Enzo Biagi (1920-2007), l’imprenditore Giancarlo Aneri e Giorgio Bocca (1920-2011)

A chi manca di più Indro Montanelli? Ai montanelliani della primissima ora, a chi lo ha sempre detestato o a chi, da sinistra, lo ha apprezzato solo dopo l’abbandono de Il Giornale, da lui fondato nel 1974, per sottrarsi alla morsa berlusconiana? A 20 anni dalla morte, avvenuta il 22 luglio 2001, non passa giorno senza chiedersi cosa avrebbe scritto, chi avrebbe preso di mira nel Controcorrente, la sua rubrica quotidiana, poche righe corrosive che Montanelli definiva «il sale del Giornale». La politica in primis. Questo è dell’11 ottobre 1978: «Fra le “autentiche rivelazioni“ che Moro, stando agli stralci che pubblica l’Espresso, avrebbe fato ai brigatisti, c’è anche quella che l’onorevole Piccoli è “un povero idiota“. Che sia autentica, non lo mettiamo in dubbio. Ma come rivelazione, crediamo che lo sia solo per l’onorevole Piccoli». Dalla politica a quello che oggi si definirebbe politicamente scorretto. Dal Controcorrente del 6 dicembre 1985: «Tre operaie dell’azienda vinicola sarda Sella e Mosca sono state licenziate per bassa statura. I sindacati protestano. Hanno ragione: potevano essere usate come tappi». Impensabile al giorno d’oggi. Montanelli è stato un riferimento per generazioni di giornalisti e per quella maggioranza silenziosa che si riconosceva nelle sue posizioni liberal-democratiche. Il suo carisma derivava direttamente dalla scrittura limpida, asciutta come la sua figura (la magrezza era direttamente proporzionale all’inappetenza), di una chiarezza a dir poco spiazzante: «Montanelli fa capire agli altri ciò che lui stesso non capisce», è stato detto di lui. Nel giornalismo d’oggi, con tutto il rispetto, non c’è più una figura capace di fare opinione con questo spessore. E di determinare l’esito di una votazione. Il suo «turatevi il naso e votate Dc», alla vigilia delle elezioni del 1976, fu definito «il più efficace slogan anticomunista» dal segretario del Pci Enrico Berlinguer, che Montanelli stimava come persona. «Ci manca, un Berlinguer - scrisse l’11 aprile 1994, a 10 anni dalla scomparsa e all’alba dell’era Berlusconi -. Una politica ridotta a kermesse di figuranti accresce in noi la nostalgia di qualche uomo vero. Anche se avversario. Quale per noi tuttora sarebbe». Già, Berlusconi. Prima al suo fianco come azionista del Giornale, che salvò dal fallimento, poi avversario dopo la discesa in politica del Cavaliere che costrinse Montanelli ad abbandonare Il Giornale per non fare da trombettiere al suo editore, lui che aveva rifiutato la nomina a senatore a vita propostagli dall’allora presidente della Repubblica Cossiga, perché «il giornalista deve tenere il potere a distanza di sicurezza». Mitici i suoi duelli televisivi con i colleghi dell’epoca, in primis Giorgio Bocca. E sul dualismo Montanelli-Bocca si fondavano i lunghi colloqui mattutini di chi scrive con l’indimenticabile Giorgio Sbaraini, maestro di tutti noi e grande firma di Bresciaoggi. Quando non si parlava del nostro Brescia, di calcio o di politica, il discorso cadeva sul giornalismo: Jos riteneva che Bocca fosse «The Best» e, affettuosamente, accusava il sottoscritto di lucidare quotidianamente il santino di Indro con il Sidol. Ma dopo il ’94, la ribellione contro Berlusconi, il divorzio dal Giornale e la fondazione de La Voce, la percezione di Jos su Indro cambiò. Ecco perché uno come Montanelli manca a tutti, non solo agli inguaribili montanelliani, ai liberal-democratici seguaci di un’idea di Destra ormai estinta e rimpianta anche da chi di Destra non è. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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