«After (the storm)» brilla l’arte firmata Gruppo Sesta Impronta

di Alessandra Tonizzo
Il Gruppo Sesta Impronta «si ispira alla tempesta delle emozioni: l’animo umano vive di contrasti continui in un mondo basato sulla omologazione»«After (the storm)» sarà visitabile  agli spazi Ucai del Museo Diocesano
Il Gruppo Sesta Impronta «si ispira alla tempesta delle emozioni: l’animo umano vive di contrasti continui in un mondo basato sulla omologazione»«After (the storm)» sarà visitabile agli spazi Ucai del Museo Diocesano
Il Gruppo Sesta Impronta «si ispira alla tempesta delle emozioni: l’animo umano vive di contrasti continui in un mondo basato sulla omologazione»«After (the storm)» sarà visitabile  agli spazi Ucai del Museo Diocesano
Il Gruppo Sesta Impronta «si ispira alla tempesta delle emozioni: l’animo umano vive di contrasti continui in un mondo basato sulla omologazione»«After (the storm)» sarà visitabile agli spazi Ucai del Museo Diocesano

Di solito, la calma. Invece, nulla di piatto dopo il fortunale subìto e voluto, e metaforizzato: su quel vassoio si propone un bis da trangugiare instabili. «After (the storm)» è una piroga il cui equipaggio, Gruppo Sesta Impronta, usa per tornare in mare dopo aver affogato «Nella Tempesta» violenze sentimentali (era novembre, a Palazzo Facchi). Non ha scialuppe, lo si vede agli spazi Ucai, dove ora dondola nelle tre sale contigue, tra stretto-largo-stretto, inneggiando flutti personalissimi. Una mano più un dito, sono gli artisti contati del collettivo le cui radici bresciane vanno oltre i natali, più in là delle esperienze comuni, avanti agli specismi: due creativi delle installazioni, due illustratrici, un videomaker e una poetessa, ai nuovi locali del museo Diocesano. «L’idea base di “After” si ispira alla tempesta delle emozioni: l’animo umano vive di contrasti continui in un mondo basato sulla omologazione che propone stimoli a ripetizione, senza lasciare spazio alla riflessione e all’affermazione del sé – spiega il G.S.I. -. Abbiamo voluto liberare la creatività dalle barriere imposte dalla società con una forma espressiva nuova, mentre il turbamento emotivo, come fonte di ispirazione dell’opera d’arte, trova radici nella tradizione romantica». Che si palpeggia durante la visita, raccolta in un guscio comune fatto di re(l)azione, calcare buono grattato addosso a opere distanti eppure fraterne. Nel cammino galleggiante gli avanzi, di strada e discarica, sono raccolti per ripulire l’animo ambientale; l’artiere li sa poi comporre in sudari statuari il cui significato è sinonimo di lotta libera e giudizio limpido: tossici acrobati marini, nubi in pvc, meduse lorde risorgono a memento (Fabio Laporta). Altri resti tattili – stracci, coperte, sbrindelli – incollano pareti amnesiche, per meteorologie astrali sulle quali il colore acquista corpo e lo usa, mostrando profili francescani (Margherita Cambon). Li premono gli arti mozzi d’un cristo che vorrebbe danzare, forse, o soltanto sentire sotto ai talloni una terra che non bruci la disgrazia della disparità; i crampi michelangioleschi a quaranta piedi instabili, disagiati, fanno i rumori della frattura (Anita Treccani). Li spiano gl’occhi sgranati e appesi e molli come Dalì; albumi, invero, sorretti da sofferenze minime – piccoli tagli, minimi morsi (Sonia Perrone). Guardiamo infine un film corto; «le oscure connessioni» (Federico Ruggeri), minimaliste e oniriche, di personaggi in stallo depressivo, dentro paesaggi carsici, tali da bendarsi all’infinito incurabili strappi allo spirito. Mentre la recita lirica (Giulia Deon) racconta che «la movenza è continua/ e la destrezza un punto/ di forza a testa in giù»; d’altronde «nella perfezione/ di un ingegno/ articolato sopravvive/ la traccia di un’orma/ eterna»: il Gruppo sa, e dimostra. «Guidiamo “nella tempesta” nel tentativo di uscirne incolumi, migliori, senza dubbio più liberi»: lo stato di lor bandiera svolazza, alto, alto. Squarcia. «After (the storm)» è in mostra agli spazi Ucai del Museo Diocesano, in via Gasparo da Salò 13. Fruibile sino al 19 marzo (finissage alle ore 15): giovedì e venerdì (dalle 15 alle 18), sabato e domenica (dalle 10 alle 12).•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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