L’esposizione

Al Museo di Santa Giulia la condizione delle donne vista con l’occhio degli artisti

di Elia Zupelli
L'esposizione, allestita fino al 28 gennaio, prosegue il filone di ricerca e approfondimento promosso dalla Fondazione Brescia Musei.
«Finché non saremo libere» al Museo di Santa Giulia, Brescia, fino al 28 gennaio
«Finché non saremo libere» al Museo di Santa Giulia, Brescia, fino al 28 gennaio
Finché non saremo libere, mostra in Santa Giulia

 «Un'esposizione dedicata al tema drammaticamente attuale della condizione femminile nel mondo, con un particolare focus sull’Iran». «Finché non saremo libere», che declina al femminile quello del libro «Finché non saremo liberi. Iran la mia lotta per i diritti umani» di Shirin Ebadi, avvocatessa e pacifista iraniana esule dal 2009, prima donna musulmana Premio Nobel per la pace (2003) per i suoi sforzi per la democrazia e i diritti umani, in particolare delle donne, dei bambini e dei rifugiati, è il titolo della mostra inaugurata ieri al Museo di Santa Giulia, dove rimarrà allestita e visitabile fino al 28 gennaio. L’esposizione prosegue il filone di ricerca e approfondimento promosso da Fondazione Brescia Musei, che ha scelto di indagare contesti geo-politici di stringente attualità attraverso la prospettiva e la produzione di artisti contemporanei.

Diritti e arte

Un percorso, quello focalizzato appunto sul rapporto tra arte e diritti, i cui capitoli precedenti hanno visto protagonisti Zehra Doğan, Badiucao e Victoria Lomasko, con le rispettive mostre del 2019, 2021 e 2022. Nello specifico, com’è stato sottolineato proprio durante la preview di ieri la forma assunta dal progetto non è più quella di una monografica «verticale» dedicata ad artisti dissidenti «ma una collettiva inedita con portfolio originali per l'Italia, di altissimo spessore, di artiste mai esposte nel nostro Paese, per rivendicare in primo luogo la libertà di espressione femminile come diritto inalienabile».

La mostra

Introdotta dalla video installazione «Becoming» dell’iraniano Morteza Ahmadvand, l’unico artista uomo esposto, la mostra si articola in tre sezioni: la prima presenta un importante nucleo di opere di artiste donne provenienti da varie aree geografiche del pianeta, prestiti dalla collezione d’arte contemporanea dell'Associazione Genesi; la seconda svela invece due omaggi dedicati a due artiste storiche iraniane che, seppur molto note a livello internazionale, non sono mai state protagoniste di mostre personali in Italia: Sonia Balassanian e Farideh Lashai, entrambe nate negli anni Quaranta, e dunque formatesi prima della Rivoluzione Islamica del 1979; il percorso espositivo si conclude con due interventi site-specific realizzati dalla giovane artista iraniana Zoya Shokoohi nel corso di una residenza in città avviata dalla Fondazione Brescia Musei, come parte della mostra stessa e come ideale apertura verso le future generazioni.

Ingresso gratuito durante il Festival della Pace

In occasione del Festival della Pace, la mostra Finché non saremo libere sarà gratuita per tutti i visitatori dall'11/11/2023 al 25/11/2023.

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