Altre due opere nel «museo» di via Pusterla

di Elia Zupelli
La sede Castello di Assicurazioni Generali, in via Pusterla, e le due opere che saranno posizionate nel giardino: una simulazione grafica presto realtàL’intervento sul garage dell’artista Peter Halley realizzato dagli studenti dell’Accademia SantaGiulia
La sede Castello di Assicurazioni Generali, in via Pusterla, e le due opere che saranno posizionate nel giardino: una simulazione grafica presto realtàL’intervento sul garage dell’artista Peter Halley realizzato dagli studenti dell’Accademia SantaGiulia
La sede Castello di Assicurazioni Generali, in via Pusterla, e le due opere che saranno posizionate nel giardino: una simulazione grafica presto realtàL’intervento sul garage dell’artista Peter Halley realizzato dagli studenti dell’Accademia SantaGiulia
La sede Castello di Assicurazioni Generali, in via Pusterla, e le due opere che saranno posizionate nel giardino: una simulazione grafica presto realtàL’intervento sul garage dell’artista Peter Halley realizzato dagli studenti dell’Accademia SantaGiulia

Orientamenti cromatici, stimoli psichici. Colore, movimento, illusione. Passato, presente e soprattutto futuro. Giusto il tempo di veder completata l’opera pensata e progettata dall’artista americano Peter Halley, i cui riverberi cangianti irradiano ora il garage sotterraneo (già scenario urbano della mostra «Drive-in») grazie al minuzioso lavoro degli studenti dell’Accademia SantaGiulia, che Assicurazioni Generali rinsalda la sinergia con l’associazione BelleArti stagliando all’orizzonte la prossima sfida. Le cui coordinate, com’è nella visione del gruppo di operatori e appassionati d’arte fondato a fine 2019 e presieduto da Massimo Minini, gravitano su rotte divergenti oltre il limiti del convenzionale e del già visto prima. E così, dopo Textilia, la collettiva underground «Art Drive-in Generali», Daniel Buren al Mirad’Or di Pisogne e l’intervento «La Plage» di Pascale Marthine Tayou per Monterossa, in corso al Vigneto Pusterla, a impreziosire ulteriormente la sede di Generali Castello a fine settembre sbarcheranno due nuove installazioni site-specific realizzate da altrettanti artisti di profilo internazionale: ovvero Jorrit Tornquist, considerato il più grande urbanista del colore contemporaneo, e, per tramite di Kanalidarte, Rasheed Araeen (1935), pittore, scultore, critico d'arte e artista concettuale britannico. Entrambe di grandi dimensioni, accomunate nel continuum policromatico, le opere verranno collocate nella riqualificata area verde fronte ingresso e saranno quindi ammirabili anche dall’adiacente via Pusterla. In particolare, il lavoro di Tornquist - classe 1938, austriaco con cittadinanza italiana dal 1992 - si comporrà di 108 sbarre in acciaio inox saldate tra loro e trattate con verniciatura poliuretanica in sei diversi colori: bianco, giallo, verde, rosso, blu e nero. Titolo dell’opera: «xyz», un progetto che affonda le radici nell’anno di grazia 1963. Periodo in cui indagava il mondo del simbolo, cercando di penetrare più a fondo la struttura inconscia della psiche. «Volevo contrapporre il contenuto mistico-simbolico alla realtà intrinseca del materiale utilizzato», dirà a riguardo. «I materiali erano ferro arrugginito e lucidato, catrame, cemento, specchio: le configurazioni delle loro forme dovevano richiamare associazioni di porte, organismi, fonti». Per approdare alla convinzione che «il colore non era più inteso come luce, ma come forza direzionale verso uno stato d’animo, tutti i colori insieme in equilibrio dinamico, come un equilibrio che ha la necessità di orientarsi... Il reticolo era inteso come scheletro con il quale le emozioni creavano una tensione». Ricerche, pensieri, tipi e archetipi che Tornquist ha poi espresso e condensato nel libro «Colore e Luce» (pubblicato nel 1999), risultato di anni di studio. Intervenuto ieri mattina per un sopralluogo con lo stesso Minini, Tornquist è legato a Brescia – «una città con una mentalità mitteleuropea, una città aperta» - da una profonda affinità: nel 1994 figurò tra i dieci artisti invitati alla mostra «Big and Great» di Palazzo Martinengo; tra i suoi ultimi interventi urbanistici spiccano il nuovo termovalorizzatore dell’Asm, il depuratore di Peschiera, l’ex Italcementi di Tavernola e la colorazione della galleria Tito Speri, in città. «Al tempo non avrei mai immaginato di diventare un artista. È stata un’evoluzione naturale, senza forzature. Studiavo biologia, semplicemente un giorno ho pensato: con la biologia non si può fare un c***o. Ed eccomi qua».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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