«Anche Ama lo sa bene: la Leonessa domina!»

E adesso siamo in ballo: balliamo! Abbiamo cominciato e sono contento, perché è il Festival che affronto con tanta serenità. Mai stato così tranquillo, davvero, anche se il pezzo, l’avete sentito?, è molto impegnativo. Molto. Io però sono soddisfatto. Lo ero alle prove, lo sono adesso. Sto vivendo bene questa edizione, nonostante la pandemia, pur essendo isolato dal mondo come tutti i concorrenti qua. Sono tranquillo perché la canzone che sto portando mi dà forza. Ne sono fiero. Sapete perché ho la certezza di essere più rilassato rispetto alle altre volte? Perché alla vigilia del debutto ho dormito. Sono andato a letto presto e mi sono addormentato verso le 11, 11.30. Certo, mi sono svegliato verso le 3.30, 4. Ma c’è una bella differenza se ripenso alle volte in cui non chiudevo praticamente occhio! Stavolta mi sono perfino riaddormentato, risvegliandomi alle 7.30 e c’era il sole, un bel clima. La mente limpida. So cosa devo fare, qua. Devo divertirmi con la musica e non è difficile, in mezzo a tutti questi giovani. Beata incoscienza! Un’atmosfera che fa bene anche a me, questa leggerezza. Questi ragazzi non sanno cosa li aspetta... Io sì! E ho capito che la maniera migliore per affrontare Sanremo è questa. Serenamente, senza troppi patemi. È un Festival anomalo, strano, con un protocollo da seguire così rigido che l’unica persona che hai accanto tutto il giorno è il tuo accompagnatore. Non incontri nessuno, mangi in camera, ti rilassi aspettando, canti e ricominci. Per me non c’è problema, da questo punto di vista: non sono in sofferenza, sono concentrato sul lavoro che porto avanti in smart. Molto sul pezzo. Volevo esserci, quest’anno più che mai, per portare questa canzone scritta non per il Festival ma per un’urgenza espressiva. Dovevo condividerla a Sanremo in un’edizione fortemente simbolica. Siamo qui tutti insieme per riaccendere i motori. Vedere Pippo, storico direttore di palco di Sanremo, al lavoro con fonici e lucisti, coreografi e scenografi, mi riempie il cuore. Non dobbiamo dimenticare mai quante famiglie vivono grazie al mondo dello spettacolo. Questo Festival ha un significato profondo che va sottolineato. Io voglio sottolineare anche il trionfo del Made in Brescia. Non potevo non esserci, ormai sono un patriarca della canzone, fra tutti questi bresciani... Sono felice per Faustino Leali che ritrovo volentierissimo, per Federica Quaranta al suo nono Festival con l’orchestra, per Vittoria Ceretti che è un’eccellenza nel mondo: quando ho saputo che avrebbe co-condotto la serata del giovedì ho scritto un messaggio ad Amadeus, «Sei circondato dai bresciani»; Ama mi ha risposto «La Leonessa domina». Lo sa anche lui... Si comportino tutti bene con noi: sappiamo ruggire! Nei club della nostra terra veniva spesso a suonare Claudio Coccoluto, grande dj apprezzato da tutti: giusto, eccome, ricordarlo. Chi fa musica con talento e passione non dev’essere mai dimenticato.

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