«Appunti in rosso» per un movimento

Paolo Pagani:  l’impegno letterario affianca quello politico
Paolo Pagani: l’impegno letterario affianca quello politico
Paolo Pagani:  l’impegno letterario affianca quello politico
Paolo Pagani: l’impegno letterario affianca quello politico

«Appunti in rosso. Per una storia del Pci a Brescia (1945/1979)» di Paolo Pagani si presenta al lettore come la fotografia, storica ed esatta, del movimento comunista a Brescia. Il volume altro non è che una minuziosa ricerca arricchita e supportata da note storiche e diverse biografie di militanti e dirigenti del partito. Da cui nasce un chiaro spaccato del Pci nazionale e bresciano con profondi affondi sulla quotidianità del partito, sulla socialità e la mentalità di tutti coloro che decisero di affiliarvisi. Il percorso di ricerca, come indicato dal titolo, percorre gli anni dall’immediato dopoguerra (1945) fino al termine di quello che è stato il dopoguerra italiano (1979). Si parla della nascita e dell’impetuosa crescita del Pci nel ’45, sottolineandone tra le cause, e «forse la fondamentale», il ruolo del partito all’interno della Resistenza. La spina dorsale infatti si fonda, a principio, su giovani operai, ex partigiani, un tempo digiuni di politica ma che alla discesa dalla montagna, «rientrati nel consesso civile, trasmettono l’idea comunista alle loro famiglie e alle loro contrade che e vengono, in larga misura, plasmate». Questi giovani si fanno dunque portatori di un’etica del lavoro legata indissolubilmente al ruolo nella produzione, trasformandoli nei principali fautori dei gruppi di solidarietà e delle lotte. Non a caso il volume interseca la storia del Pci a quella delle lotte operaie e contadine. Sottolineando altresì come Brescia sia stata, in alcune occasioni, fulcro del movimento operaio italiano e dell’unità sindacale, componendo «il mosaico di una linea produttivistica: il sindacato e i lavoratori». Una linea di pensiero che ha messo in luce i comunisti in episodi di particolare rilievo, basti pensare che proprio dall’Om di Brescia è partita la mobilitazione che ha abolito il premio anti-sciopero alla Fiat; ma anche per la ripresa della produzione di alcune fabbriche. Dalla nascita e la successiva esponenziale crescita, si passa alla minuziosa rappresentazione dell’evoluzione del PCI che da pura opposizione si trasforma in partito di lotta e di governo. In questa parte del volume non mancano le biografie dei più importanti protagonisti dell’epoca: Bruno Sclavo, segretario provinciale dal 1956 al 1960, Adelio Terraroli, segretario dal ’60 al ’68 e poi parlamentare, l’esperienza amministrativa tra il ’75 e l’80 fino alla sindacatura di Martinazzoli tra il ’94 il ’98.•. Giada Ferrari

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