Balivo, l’imprevedibile triangolo

Serena Balivo  in scena
Serena Balivo in scena
Serena Balivo  in scena
Serena Balivo in scena

Umorismo e dramma. Divertimento e riflessione. Leggerezza e impegno. Mai l’amore era stato raccontato prima d’ora in tutti i suoi risvolti toccando queste corde come in «Spezzato è il cuore della bellezza» andato in scena all’Odeon di Lumezzane dopo l’esordio un mese fa a Breno. Protagonista della penna e della regia di Mariano Dammacco, che dà il nome alla compagnia, il giovane fenomeno di Serena Balivo, che anche il territorio bresciano ha potuto applaudire. Già premio Ubu, l’attrice interpreta senza confondere, con estro e maestria - gestualità e cadenze vocali di una imprevedibilità geniale e fulminea - la ex e la nuova fiamma del compagno (è la «muta» Erica Galante) in un triangolo amoroso. Due sgabelli per altrettante anime del lato femminile, quello deluso e rassegnato della ex abbandonata dopo dieci anni di convivenza e quello svampito del nuovo fascino, dell’innamoramento, del primo bacio e della prima volta. Il trasformismo di Serena Balivo è straordinario nel rappresentare i continui cambi di scena, con il semplice svestirsi e rivestirsi ogni volta. La ex, con un pesante fardello sulle spalle carico di ogni bisogno assecondato del compagno, prima si rassegna e poi cerca di tornare a vivere dopo aver subito quel «non ti amo più». Tutti i loro ricordi finiscono nella spazzatura e l’unico modo di riprendersi è cercare nuove relazioni, perché è così che funziona. In questi panni Serena Balivo interpreta in modo semiserio l’amore reale, non quello innescato da Cupido. L’altra, invece, è l’immagine della freschezza in fiore, di chi si affaccia per la prima volta sul mondo e vede solo cose belle. Di lei l’uomo si innamora ma continua a pensare alla ex. Ne nasce un triangolo divertente, che scherza su se stesso, sull’incapacità dell’uomo di scegliere e sul lato femminile che si sacrifica per amore del compagno o incarna la nuova «soluzione». Ma c’è anche una complicità tra donne, una notte d’amore malato tra coniugi ritrovati («necrofilia pura»!), fino all’imprevedibile epilogo. •.

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