Bears e Burley: bipersonale inglese a Palazzo Monti

Palazzo Monti: bipersonale degli artisti inglesi Daddy Bears e Daniel Burley
Palazzo Monti: bipersonale degli artisti inglesi Daddy Bears e Daniel Burley
Palazzo Monti: bipersonale degli artisti inglesi Daddy Bears e Daniel Burley
Palazzo Monti: bipersonale degli artisti inglesi Daddy Bears e Daniel Burley

Due opere immersive, un unico viaggio. Ambientato nel medesimo sfondo: Palazzo Monti, in piazza Tebaldo Brusato, dove ha inaugurato «Can’t stop, can’t let go», bipersonale degli artisti inglesi Daddy Bears e Daniel Burley. Il progetto espositivo si articola in una sezione duplice ma interconnessa: nella prima sala spazio a «And to whomever you may seduce, I hope they soon realize your agony» («E a chiunque tu possa sedurre, spero che presto comprendano la tua agonia»), installazione di Daniel Burley realizzata nei mesi di luglio e agosto in residenza. Il lavoro utilizza l’idea del vampiro come punto di ancoraggio tra lo status del post imperialismo, il senso di angoscia schiacciante e il bisogno di amore che guida le decisioni relazionali e malsane, i vampiri come una figura romantica parassitaria del passato hanno legami con l’antichità e l’aristocrazia. Un amore perduto e un impero caduto, che guidano una compulsione al controllo. Nella seconda sala domina l’imponente installazione «Pickle Teeth in Heaven», realizzata appunto da Daddy Bears: l’opera è dedicata alla perdita, alla sepoltura e al viaggio verso una possibile vita nell’aldilà. Bears, forte del Master in Menswear Design al Royal College of Art, usa la sua conoscenza del taglio dei modelli per gli indumenti per creare oggetti 3D, dall’apparenza familiare e allo stesso tempo immaginifica; riempie lo spazio con sculture di fantasia contorte dando una nuova interpretazione di tecniche tradizionali. L’uso del tratto cucito a mano, presente in tutta la sua pratica, è una testimonianza del «lavoro delle donne» e un lavoro d’amore. Queste tecniche intime vengono utilizzate per aiutare a trasmettere sentimenti di romanticismo, evasione e umorismo. Il suo lavoro fa riferimento anche a forme di gioco dell’infanzia e dell’adulto con una nostalgia per le ossessive collezioni di giocattoli. «Per immergersi nell’installazione ultraterrena - invita il manifesto - immaginate di essere minuscoli e attraversare un fantastico mondo sotterraneo alla ricerca di preziosi denti da latte che aiuteranno a guidarvi nell’aldilà». Fino al 30 novembre (www.palazzomonti.org).•. E.Zup.

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