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Il rettore: «Si pensi anche al dopo»

Maurizio Tira
Maurizio Tira
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«Credo che la grande occasione da sfruttare non debba essere limitata da un punto di vista dell’orizzonte temporale, il progetto nel suo insieme deve guardare al dopo». Secondo Maurizio Tira, rettore dell’Università degli Studi di Brescia, il conferimento a Brescia del ruolo di co-capitale italiana della cultura dovrà servire a innescare un percorso il cui traguardo è molto più spostato in avanti rispetto alla fine del prossimo anno. «Sono certo che nel 2023 si consumeranno eventi bellissimi, ma ciò che davvero conta - insiste Tira - sarà quello che rimarrà». «Non ho avuto modo di leggere nel dettaglio il dossier che le due città hanno presentato - ammette il rettore - ne avevo comunque avuto qualche anticipazione durante incontri avvenuti alla presenza dei due sindaci, mia e del mio omologo bergamasco». Tira sottolinea come un vero e proprio coinvolgimento istituzionale dei due atenei nella cabina di regia allestita in preparazione del 2023 non era e non sia nell’ordine delle cose. Da parte sua non pare trattarsi di un richiamo agli organizzatori, e in ciò che afferma non sembra esserci traccia di rammarico. Semplicemente «le università vanno avanti con la loro programmazione, lavorano alacremente in tema di bandi, avvisi e altre procedure pubbliche per la presentazione e la selezione dei progetti Pnrr, obiettivi sui quali collaboriamo con UniBg». L’Università di Brescia - fa sapere - è stata contattata da alcuni soggetti del territorio che hanno chiesto all’ateneo di essere partner di determinati progetti o di fornire collaborazione, leggasi la ciclovia destinata a collegare i due capoluoghi. Per il resto, ribadisce, in qualità di rettore ha partecipato ad un paio di dibattiti utili a scambiarsi idee in maniera libera in un contesto non strutturato.•. M.Zap.

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