lo scenario

Capitale 2023, cultura all’incrocio pericoloso con elezioni e politica

di Eugenio Barboglio
Il logo proiettato in piazza Loggia
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Il logo proiettato in piazza Loggia
Il logo proiettato in piazza Loggia

Se il buon giorno si vede dal mattino... il 2023 oltre che un anno di festa sarà anche bello tosto in fatto di polemiche. Già adesso, che è un anno dalla «vernice», è oggetto di discussioni, dai toni quasi preelettorali. Infatti, non deve sfuggire che oltre ad essere l’anno della cultura il prossimo è anche quello delle elezioni comunali e regionali, e, tanto per non farsi mancare nulla, pure nazionali. Adesso si capisce perchè Brescia e Bergamo pensavano al 2022! Ma, come un po’ in tutto in questi anni, il Covid ci ha messo lo zampino, facendo slittare Parma di un anno e lasciando campo a Procida. Così il 2023, che come ha detto la vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Brescia, Laura Castelletti, dovrebbe consacrare la Leonessa tra le città d’arte, rischia di diventare ostaggio della politica. Che, a quanto pare, non ha nessuna intenzione di remare tutta dalla stessa parte. È evidente il timore del centrodestra di pagare nelle urne l’euforia per una capitale della cultura targata centrosinistra. Consiglio comunale e commissioni sono terreni già da tempo di scontro. Ad esempio, lunedì in aula si parlerà dell’assenza del Vittoriale dal dossier presentato al Ministero. E non sarà un’interrogazione senza precedenti nè senza seguiti. L’opposizione ha più volte segnalato di non essere stata coinvolta nella operazione 2023. Avrebbero voluto i gruppi consiliari essere tenuti al corrente, quasi in tempo reale, e partecipare direttamente con indicazioni di associazioni e di progetti. L’assessore regionale, il leghista Stefano Bruno Galli, con la sua intervista a Bresciaoggi, ha gettato benzina sul fuoco. E aggiungendo del suo. La Lega a Bergamo ha perfino presentato un contro-dossier. Il Carroccio è più sferzante, ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno qualcosa da ridire.

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Castelletti, a Bresciaoggi, ha ricordato all’opposizione che si sta scaldando troppo presto. La strada è lunga e la vera selezione dei progetti la faranno i bandi di primavera. Come a dire: senza quelli non ha senso neppure la strumentalizzazione politica. Che per la vicesindaco è la vera matrice di tutto. Tolta quella sarebbe un coro di encomi? In realtà, non tutto si spiega con la politica, e qualche associazione fa sapere di far fatica a trovare i canali di partecipazione. È tutto davvero ancora aperto? Lo è. L’indirizzo mail bgbs2023@comune.brescia.it è la via maestra per continuare a fare segnalazioni, ma, ad oggi, - spiegano in Loggia - a meno di non avere un progetto definito in tutto e per tutto e autofinanziato è molto meglio attendere i bandi che le Fondazioni pubblicheranno in primavera. È in quella sede che avverrà la scrematura, su proposte progettuali che dovranno essere strutturate e corredate da un piano di fattibilità e sostenibilità finanziaria, a fronte di contributi «pubblici» che non copriranno l’intero costo. Nella prima fase ai due Comuni è arrivato di tutto, ma andava bene così: i progetti servivano principalmente per farsi un’idea di come costruire il dossier e di quali fossero gli orientamenti delle città. Adesso si entra in una fase più matura, se si vuole avere l’accreditamento con il logo del 2023 non basta una buona idea. La politica, da quello che emerge dagli interventi riportati in queste pagine, ha nella cosiddetta società civile un controcanto dai toni diversi. Le associazioni e gli stakeholder del territorio sono positive verso l’anno della cultura e lo considerano a tutti gli effetti una opportunità. Eppure la miscela cultura-politica nel 2023 potrebbe essere esplosiva. •.

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