Bufalino e la biblioteca come forma di guarigione

Gesualdo Bufalino (1920-1996)
Gesualdo Bufalino (1920-1996)
Gesualdo Bufalino (1920-1996)
Gesualdo Bufalino (1920-1996)

«Diceria dell’untore» nasce dall’esperienza vissuta dallo stesso autore, Gesualdo Bufalino, in un sanatorio della Sicilia, dove era entrato nel 1946, uscendone solo l’anno dopo. Pubblicato con Sellerio nel 1981, il romanzo ripercorre il calvario di un malato di tisi durante la Seconda guerra mondiale, nell’autunno del 1944, nell’Ospedale di Scandiano. Qui, il dottor Bianchieri, uomo di grande cultura umanistica, ha nascosto nei sotterranei la sua ricchissima e straordinaria biblioteca per preservarla dalle rappresaglie nazifasciste. Tra i due nasce subito una grande amicizia e il malato ha il permesso di consultare tutti i libri che desidera: legge moltissimo e da quel momento si rinsalda il suo amore per la letteratura italiana e francese. Nel 1946 viene trasferito sull’isola, fra Palermo e Monreale, nella casa di cura La Rocca che diverrà lo sfondo del capolavoro chiuso nel cassetto per molti anni. Difficile capire il motivo di questa ritrosia, forse dubbi letterari, o forse non ancora maturo il bisogno di purificazione da quegli anni di sofferenza, solitudine, attesa della fine, senso di colpa per una guarigione toccata a lui e a pochi altri. Scoperto grazie a una scommessa tra Elvira Sellerio, Leonardo Sciascia e altri amici, che leggono un suo scritto su Comiso e gli chiedono se ha un romanzo nel cassetto, Gesualdo Bufalino esordisce a sessant’anni e questo suo primo libro è subito un successo e vince il Premio SuperCampiello. Nel 1990 Beppe Cino ne trae un film con Remo Girone, Lucrezia Lante della Rovere e Franco Nero. Dopo «Diceria dell’untore», attingendo ai suoi numerosi inediti, Bufalino ha pubblicato, libri di poesie, di memorie, di aforismi, scritti giornalistici e romanzi a carattere lirico-autobiografico.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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