A metà tra la terra e il cielo, laddove reale e il sogno si incontrano, fluttuano le anime degli uomini senza peso, che sanno volare tra il dolore e l’ironia dei fatti quotidiani e tra le storture della vita, elevandoli con doti da funambolo a leggerezza, a svolazzo sull’esistenza. È in arrivo in provincia lo spettacolo «Totò e Vicé», con la regìa e l’interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi alle prese con il testo del poeta Franco Scaldati, in scena stasera alle 20.45 al Teatro Odeon di Lumezzane e domani alle 20.30 al Teatro Delle Ali di Breno (i biglietti sono acquistabili alle biglietterie dei teatri oppure su vivaticket.com). È il ritorno di due artisti che da quasi quarant’anni portano sul palco la loro idea di teatro, ora in scena con la storia di due surreali clochard che si trovano a riflettere sull’esistenza. «Totò e Vicé sono due creature misteriose - spiega Randisi -. Non sappiamo se sono due clochard, due angeli oppure due di noi. Vivono una relazione tra di loro, sentono il bisogno di farsi continuamente delle domande e di cercare delle risposte, senza per forza doverle trovare: devono mettersi in relazione per continuare a vivere questa esistenza sospesa. Sono nati dalla penna di Scaldati, che ha molto osservato il mondo degli emarginati. Non raccontano una storia vera e propria e non c’è una trama. Lo spettacolo è costruito sulle loro domande, sul racconto dei loro sogni, delle esperienze che vogliono condividere. Una semplicità nel loro rapporto che dà al pubblico l’impressione di trovarsi accanto a due amici». Totò e Vicé diventano lo specchio di tutta l’umanità, con le loro domande e le incertezze. «C’è poesia ma anche leggerezza. Tra di loro c’è una forte diversità, ma anche il bisogno dell’altro che si esprime con l’affetto. Abbiamo usato la musica di Ezio Bosso: quando venne a vederci disse che questo spettacolo è come un abbraccio. Sono personaggi che hanno tante necessità, la loro ricerca viene soddisfatta cercandosi e trovandosi. Un po’ come facciamo io e Vetrano: una grande metafora del fare teatro, perché bisogna essere in due, ci deve essere uno che parla e qualcuno che ascolta, come nella vita. La storia di Totò e Vicé, in fondo, ci dice che il contatto tra le persone è indispensabile».•. Ste.Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA