Con «Totò e Vicé» la scena diventa specchio d’umanità

Alle 20.45 all’Odeon di Lumezzane, domani alle 20.30 al Delle Ali di Breno
Alle 20.45 all’Odeon di Lumezzane, domani alle 20.30 al Delle Ali di Breno
Alle 20.45 all’Odeon di Lumezzane, domani alle 20.30 al Delle Ali di Breno
Alle 20.45 all’Odeon di Lumezzane, domani alle 20.30 al Delle Ali di Breno

A metà tra la terra e il cielo, laddove reale e il sogno si incontrano, fluttuano le anime degli uomini senza peso, che sanno volare tra il dolore e l’ironia dei fatti quotidiani e tra le storture della vita, elevandoli con doti da funambolo a leggerezza, a svolazzo sull’esistenza. È in arrivo in provincia lo spettacolo «Totò e Vicé», con la regìa e l’interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi alle prese con il testo del poeta Franco Scaldati, in scena stasera alle 20.45 al Teatro Odeon di Lumezzane e domani alle 20.30 al Teatro Delle Ali di Breno (i biglietti sono acquistabili alle biglietterie dei teatri oppure su vivaticket.com). È il ritorno di due artisti che da quasi quarant’anni portano sul palco la loro idea di teatro, ora in scena con la storia di due surreali clochard che si trovano a riflettere sull’esistenza. «Totò e Vicé sono due creature misteriose - spiega Randisi -. Non sappiamo se sono due clochard, due angeli oppure due di noi. Vivono una relazione tra di loro, sentono il bisogno di farsi continuamente delle domande e di cercare delle risposte, senza per forza doverle trovare: devono mettersi in relazione per continuare a vivere questa esistenza sospesa. Sono nati dalla penna di Scaldati, che ha molto osservato il mondo degli emarginati. Non raccontano una storia vera e propria e non c’è una trama. Lo spettacolo è costruito sulle loro domande, sul racconto dei loro sogni, delle esperienze che vogliono condividere. Una semplicità nel loro rapporto che dà al pubblico l’impressione di trovarsi accanto a due amici». Totò e Vicé diventano lo specchio di tutta l’umanità, con le loro domande e le incertezze. «C’è poesia ma anche leggerezza. Tra di loro c’è una forte diversità, ma anche il bisogno dell’altro che si esprime con l’affetto. Abbiamo usato la musica di Ezio Bosso: quando venne a vederci disse che questo spettacolo è come un abbraccio. Sono personaggi che hanno tante necessità, la loro ricerca viene soddisfatta cercandosi e trovandosi. Un po’ come facciamo io e Vetrano: una grande metafora del fare teatro, perché bisogna essere in due, ci deve essere uno che parla e qualcuno che ascolta, come nella vita. La storia di Totò e Vicé, in fondo, ci dice che il contatto tra le persone è indispensabile».•. Ste.Ma. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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