Crippa, «Fiabe dritte per un mondo storto»

Rumi Nicola Crippa: diplomato in Storytelling e Counseling Filosofico
Rumi Nicola Crippa: diplomato in Storytelling e Counseling Filosofico
Rumi Nicola Crippa: diplomato in Storytelling e Counseling Filosofico
Rumi Nicola Crippa: diplomato in Storytelling e Counseling Filosofico

Ci piaceva infilare i calzini a rovescio. E mangiare il gelato dal basso. Era bello essere matti. Era sano essere piccini. Servivano forse «Fiabe dritte per un mondo storto?». Mah. Chi lo sa. Adesso sì, però, adesso datecele tutte, spremute dolci-fresche-agre nell'ugola riarsa: siamo invecchiati, non ridiamo più ai nomi epiceni, non tifiamo più i calabroni durante grands prix insettologi. «Questo libro è per persone strane, che non si sentono a proprio agio nella nostra società - spiega su violamirtillo.it l'autore, Rumi Nicola Crippa -. È per bambini che non vogliono crescere, o per adulti che vorrebbero tornare bambini. E alla fine non soddisferà né i bambini che non vogliono crescere, né gli adulti che vogliono tornare bambini». Per Edizioni Leucotea, con gli eterei acquerelli di Giulia Diani, l'insegnante bergamasco diplomato in Storytelling, in Counseling Filosofico, compie un riassortimento narrativo, tra oralità e meditazione. Come nelle mitiche epopee manichee, l'incontro-scontro conquista gli estremi: due città (Vecchiasso e Puerino), due popoli (i cresciuti e gli infanti), due vite (sofferenza e gioia). Vicini ma diversi, i mondi divaricati imparano a parlarsi, con la lingua della fola. «Ho impiegato due anni per portare a termine la raccolta - confessa Crippa, mentre prepara una lezione tutta bresciana -, e il lavoro oltre che artistico è stato spirituale, di crescita interiore; queste fiabe hanno segnato di volta in volta degli step evolutivi della mia persona. Ho avuto, devo dirlo, un’infanzia piena, di fiabe: lette, udite e vissute!». Diani le reinterpreta, col bianco e nero, entro letterbox da cinemaniaci - qui dilavando, là miniando. Si parla - e parlano i pupi, stretti in bande giocosamente selvatiche, novelli maestri - telepaticamente, grazie alle fabule, uguali a parabole. Si ascolta - e ascoltano i grandi, sparuti e spersi, ancora allievi - col cuore indurito, occhi gonfi. C'è da capire «come tutti noi possiamo essere coraggiosi se siamo innamorati, o se siamo in qualche modo appassionati, o, insomma, se siamo vivi». Scudieri leali al fanciullino, contro alle ingiustizie. A Vecchiasso ce ne sono molte, dall'ambiente violato, ai diritti umani calpestati, all'ignoranza affettiva. I sogni? Un miraggio. Il batticuore? Una campana vuota. I canti dei mini Momo portano colore e profezie, boschi e oceani dove arrampica solo una grigia urbe elettrica. Anche le mangrovie fioriranno un dì.•.

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