Dall’universo di Dostoevskij «Notti» di riflessioni amorose

di Stefano Malosso
Elena Strada: sua la drammaturgia«Notti» in scena a Brescia questa sera e fino al 22 novembre sul palco del Teatro Sant’AfraRappresentazioni tutti i giorni alle 20.30 e la domenica 15.30
Elena Strada: sua la drammaturgia«Notti» in scena a Brescia questa sera e fino al 22 novembre sul palco del Teatro Sant’AfraRappresentazioni tutti i giorni alle 20.30 e la domenica 15.30
Elena Strada: sua la drammaturgia«Notti» in scena a Brescia questa sera e fino al 22 novembre sul palco del Teatro Sant’AfraRappresentazioni tutti i giorni alle 20.30 e la domenica 15.30
Elena Strada: sua la drammaturgia«Notti» in scena a Brescia questa sera e fino al 22 novembre sul palco del Teatro Sant’AfraRappresentazioni tutti i giorni alle 20.30 e la domenica 15.30

L’amore è spesso una scia luminosa, misteriosa e senza nome, da inseguire nella notte. In una lunga passeggiata attraverso la città dormiente, il sognatore si perde e si smarrisce alla ricerca di un volto da amare e di una voce da riconoscere. Innamorato dell’idea stessa dell’amore. Si apre questa sera la rassegna «Nello spazio e nel tempo. Palestra di teatro contemporaneo», realizzata all’interno della Stagione del Centro Teatrale Bresciano: un calendario di sei titoli per riflettere su grandi temi universali come il mistero dell’esistenza, l’amor e la giustizia. L’apertura è affidata allo spettacolo «Notti», tratto dal racconto «Le notti bianche» di Fëdor Dostoevskij, in scena stasera e fino al 22 novembre al Teatro Sant’Afra, tutti i giorni alle 20.30 e la domenica alle 15.30, una messa in scena dal carattere visionario, con la regìa di Rajeev Badhan, la drammaturgia di Elena Strada e l’interpretazione di Ruggero Franceschini, Alberto Baraghini e della stessa Strada. «Lo spettacolo nasce dalla volontà di interrogarsi sui temi di Dostoevskij - spiega Rajeev Badhan -. Innamoramento, delusione, crescita, sogno: con Elena abbiamo riflettuto su un testo fondamentale nel percorso di crescita di molti di noi: come può parlarci ancora, nella nostra epoca? Abbiamo così lavorato a uno spettacolo che intreccia il mondo dello scrittore con il nostro, in un gioco tra la realtà e il testo letterario. La relazione amorosa del mondo reale trova un dialogo con quella descritta da Dostoevskij, arrivando a un intreccio tra i personaggi e gli elementi dei due mondi, fino a un doppio finale. Uno spettacolo che si interroga anche su cosa significhi oggi mettere in scena un testo, una messa in scena del processo creativo». Nella scrittura di Elena Strada, il testo dell’autore russo avanza interrogandosi sul sentimento amoroso, in un filo che unisce il passato al contemporaneo. «Gli attori in scena riflettono su come sia cambiato questo sentimento, tra mezzi tecnologici e relazioni veloci in una società liquida. Sono domande che provengono dai lavori di Bauman e si intrecciano alle nostre vite, guardando soprattutto alle generazioni più giovani per questo abbiamo coinvolto anche i ragazzi delle scuole superiori, ai quali abbiamo posto delle domande sul loro modo di vedere l’amore. Interviste e documenti presi dal reale che irromperanno sulla scena». A distanza di anni, dunque, Dostoevskij continua ad essere il perno narrativo e filosofico per una riflessione che, lungi dal restare confinata nel passato, continua ad interrogare l’umano e i suoi sentimenti più profondi. «Ci insegna che tutti ci innamoriamo, e che la delusione amorosa riguarda tutti noi: nei suoi personaggi l’amore è gioia e insieme delusione. Il suo sognatore che vaga nella notte crea un dialogo col pubblico, generando riflessioni e domande, non risposte».•.

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