Dove sbocciò la vita nuova

di Manuel Venturi
I quattro incontri dell’edizione 2021 del Mese Letterario sono interamente dedicati a Dante Alighieri a settecento anni dalla sua morte
I quattro incontri dell’edizione 2021 del Mese Letterario sono interamente dedicati a Dante Alighieri a settecento anni dalla sua morte
I quattro incontri dell’edizione 2021 del Mese Letterario sono interamente dedicati a Dante Alighieri a settecento anni dalla sua morte
I quattro incontri dell’edizione 2021 del Mese Letterario sono interamente dedicati a Dante Alighieri a settecento anni dalla sua morte

«Un genio, che ci parla 700 anni dopo e ci mostra la strada da seguire». Il maestro che prima di altri ha capito di «essere in una selva oscura: quanti oggi se ne rendono conto, chiedono aiuto e trovano qualcuno che li sostiene e sa dove andare?». Dante, raccontato da Valerio Capasa, è stato il protagonista del primo incontro del Mese letterario, che quest’anno sarà tutto centrato sulla figura del Sommo poeta. Ma, prima di addentrarsi nel racconto della Divina Commedia, che inizierà giovedì prossimo, ieri l’argomento è stato la Vita Nuova, l’opera di Dante che racconta dell’amore del poeta fiorentino per Beatrice. Da questo nascerà la Divina Commedia: «Quei canti sono scritti almeno 25 anni dopo la sua morte: è il suo regalo, la più bella opera d’arte della storia – ha notato Capasa -. Leggere Dante fa sorgere inesorabili domande: come si fa ad amare per una vita intera, senza aver niente in cambio? Altro che lockdown, Dante non vede l’amata da 25 anni: la Divina Commedia non può essere un ricordo, c’è qualcosa di incredibilmente vero e che salva». L’edizione 2021 del Mese letterario, esperienza iniziata nel 2010 dalla Fondazione San Benedetto e ora portata avanti dall’Associazione Mese letterario, ha fatto il «tutto esaurito» anche on line: data l’impossibilità di ritrovarsi fisicamente, l’appuntamento si è tenuto in streaming ma questo non ne ha scalfito il successo, perché ieri sera erano collegate alla diretta oltre 400 persone (ma gli iscritti sono più di 800, anche dall’estero). «Il Mese letterario ha sempre cercato di mettere a tema le domande più profonde che ciascuno porta nel cuore», ha spiegato Laura Ferrari, presidente dell’associazione e anche il vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada, ha rimarcato che «la letteratura è maestra di vita, l’incontro con i grandi autori è di grande aiuto per il cammino della nostra vita. Dante è l’occasione per rivivere un percorso che va dagli abissi più profondi alle altezze che tolgono il respiro». Capasa ha fatto un viaggio nella «Vita Nuova», un amore che «non ha a che fare con l’appetito: Beatrice è una meraviglia, creata dal Signore», ha notato, con un parallelo tra corpo e spirito che chiama in causa anche l’oggi: «Non si può far scuola solo con la testa, nella vita ci sono l’animo e il corpo e Dante ce lo fa capire in tutti i versi della Commedia: quello che non inizia attraverso i sensi non può diventare spirituale». E così diventa Beatrice, la cui immagine è legata a quella del numero 9, «la radice della mirabile trinitade», che anche dopo la morte «è nel reame dove gli angeli hanno pace: allontanandosi dalla nostra vista è diventata una spiritual bellezza grande». Gli occhi di Dante si spostano dalla terra al cielo e nella Commedia c’è una conversione dello sguardo del poeta che «non ha aspettato Godot ed è arrivato faccia a faccia con Dio, dopo un cammino complicato – ha chiosato Capasa -: nella selva oscura ha scoperto un bene». •.

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