È QUI LA FESTA CHE SI RINNOVA

di Gian Paolo Laffranchi
Il palco del concerto, la platea con le seggiole rosse, il Palazzo di Giustizia: l’Anteprima della Festa dell’Opera, ieri sera   SERVIZIO ONLY CREW/Simone Venezia
Il palco del concerto, la platea con le seggiole rosse, il Palazzo di Giustizia: l’Anteprima della Festa dell’Opera, ieri sera SERVIZIO ONLY CREW/Simone Venezia
Il palco del concerto, la platea con le seggiole rosse, il Palazzo di Giustizia: l’Anteprima della Festa dell’Opera, ieri sera   SERVIZIO ONLY CREW/Simone Venezia
Il palco del concerto, la platea con le seggiole rosse, il Palazzo di Giustizia: l’Anteprima della Festa dell’Opera, ieri sera SERVIZIO ONLY CREW/Simone Venezia

Come certi grandi show televisivi, o quei documentari su certi concerti epocali, o perché no?, anche certe serie che cambiano le regole del piccolo schermo: la sperimentazione è il nuovo che avanza e sperimentare significa anche osare. Osa, manzonianamente con giudizio, la Festa dell’Opera. Col coraggio di conquistare nuovi spazi e farli propri, lasciando l’impronta di un’arte che non può porsi limiti, che rende palco (e casa) ogni porto a cui approda. Pure (a maggior ragione) il più improbabile. Se la Festa dell’Opera sulla carta è ufficialmente oggi - dall’alba a mezz’ora dopo la mezzanotte, ne riferiamo qui a fianco e la racconteremo ampiamente domani –, è ormai una felice abitudine della manifestazione l’Anteprima, che avvince sorprendendo. Tre le tappe della vigilia, in tre luoghi vicini al cuore del centro storico. Prima «Il mio ben sospiro e chiamo», all’oratorio di Santa Maria in Silva con le arie di Mozart, Donizetti, Puccini e Rossini omaggiate dalle voci di Erika Tanaka e Omar Mancini sulle note del pianoforte di Nari Kim. Al parco del quartiere Casazza, invece, «Deh vieni non tardar» ha rivisto sugli scudi Mancini con Melissa D’Ottavi e con l’accompagnamento pianistico di Damiano Carissoni. La curiosità maggiore, vista la location inconsueta, era per l’esibizione programmata nella piazza davanti al Palazzo di Giustizia in via Lattanzio Gambara. Per il gran finale dell’Anteprima, tre voci - incantevoli - e l’interpretazione emozionante dei soprani Alessia Pintossi e Marily Santoro con il mezzosoprano Camilla Antonini, accompagnate al pianoforte da Michelangelo Rossi. Classe, eleganza e passione. E colpisce assistere a un simile spettacolo in questo contesto, con gli spazi esterni dell’edificio che ospita il Tribunale di Brescia coinvolti per la prima volta in una rappresentazione di questo genere. Con i dipendenti nel pubblico, in platea fra appassionati, curiosi e istituzioni, ma soprattutto alle finestre del Palazzo. «Questa idea è merito dell’intelligenza visionaria del presidente della Corte d’Appello Claudio Castelli - sottolinea il sovrintendente del Teatro Grande Umberto Angelini -. Ha iniziato a parlarmene due anni fa e ora ci siamo riusciti. Questa è la festa dell'opera: un progetto di comunità. La socialità al centro, attraverso l'arte». «È qualcosa di molto originale - aggiunge Castelli -. La forma ad anfiteatro di questo luogo si presta a condividere con la città un momento lieto come questo dopo un periodo tanto difficile». Tutti gli appuntamenti di questa edizione numero 11, Anteprima compresa, sono a partecipazione gratuita, a conferma di una volontà su tutte: quella di coinvolgere la gente, nessuno escluso, in una Festa che possa essere davvero di tutta la città.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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