Ennio Morricone, «la musica e oltre»

di Flavio Marcolini
Il Premio Oscar Ennio Morricone: è morto lunedì a 91 anni
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Il Maestro se ne è andato e ovunque gli si rende omaggio, perché tante sono le tracce lasciate lungo il tragitto. Fra le molteplici relazioni intrecciate da Ennio Morricone con Brescia si segnala la scelta nel 2012 della casa editrice Morcelliana, allora diretta da Ilario Bertoletti, per il suo volume «La musica e oltre» (192 pagine, 16 euro), affascinante viaggio nell’essenza di quest’arte sublime, arricchito dalla forma stilistica del dialogo, raccogliendo una serie di «colloqui», come recita il sottotitolo, intrattenuti dal compositore con la neurologa junghiana Donatella Caramia e volti alla sottile esplorazione del genio musicale dal punto di vista neuroscientifico e psicoanalitico, oltre che artistico. IN QUELLE pagine Caramia - che fra l’altro insegna Psicologia della musica all’Università Tor Vergata di Roma - seppe sollecitare con garbo e arguzia il maestro a rispondere agli interrogativi epocali sul mistero della composizione musicale e sulla sorgente dell’ispirazione creativa, in una conversazione duttile e scorrevole. E Morricone accettò di perlustrare in lungo e in largo origini, motivazioni, modalità e ed effetti dell’intelligenza musicale, intesa come l’arte che più di ogni altra rende il nostro cervello attivo e «plastico», definendola «la più sublime delle percezioni». Raffinati ed eclettici i riferimenti culturali disseminati nei diversi capitoli, che indagano il rapporto fra la musica e il Dna «da Darwin alle sonorità genetiche», le implicazioni matematiche della musica scandagliate passando da Pitagora ai mandala, le relazioni in fieri fra musica e inconscio nel minimalismo novecentesco, l’importanza delle neuroscienze in musicoterapia e molto altro ancora, per approdare alla sorpresa finale, il racconto di «un progetto cinematografico mai realizzato», il soggetto «La morte della musica» che egli stese nel 1970 e inutilmente sottopose all’attenzione di registi come Fellini e Pasolini. Morricone vi narra la storia di una città senza orologi in cui regnano pace e amore, allorquando il capo con «l’imposizione dell’abolizione della musica segna l’inizio della dittatura». La disobbedienza civile dei sovversivi si colorerà di sonorità inespugnabili, prodotte diffuse e ascoltate clandestinamente, fino a che il dittatore avrà un sogno: «Quando il mare diventa verde, bisogna andare lì per captare un messaggio». Tutti il popolo scenderà in spiaggia e dalle acque usciranno i suoni delle grandi opere di Vivaldi, Bach e Verdi, in un tripudio di emozioni che rivoluzionerà i rapporti di vita fra gli abitanti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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