GAVIOLI 2022: VINCE «AMUKA»

di Elia Zupelli
Si è imposto Antonio Spanò, regista milanese classe 1985Si intitola «Amuka. Il risveglio dei contadini congolesi» il progetto che ha vinto il Concorso Gavioli
Si è imposto Antonio Spanò, regista milanese classe 1985Si intitola «Amuka. Il risveglio dei contadini congolesi» il progetto che ha vinto il Concorso Gavioli
Si è imposto Antonio Spanò, regista milanese classe 1985Si intitola «Amuka. Il risveglio dei contadini congolesi» il progetto che ha vinto il Concorso Gavioli
Si è imposto Antonio Spanò, regista milanese classe 1985Si intitola «Amuka. Il risveglio dei contadini congolesi» il progetto che ha vinto il Concorso Gavioli

«Per la ricerca di un punto di vista diverso su un continente e su un paese così grandi e così poco narrati; per il valore politico di questi racconti fuori canone che dimostrano la quantità e la ricchezza delle storie ancora non raccontate in Congo e in tutto il continente africano; per aver voluto riconoscere nel lavoro - molto al di là della mera dimensione economica e produttiva - una dimensione in cui si sviluppa e si realizza la facoltà umana di progettare il futuro e di costruire comunità». Queste le motivazioni che hanno convinto la giuria ad assegnare ad Antonio Spanò, regista milanese classe 1985, la quindicesima edizione del Concorso Nazionale Roberto Gavioli, promosso dal Musil - museo dell’industria e del lavoro di Brescia in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore, Banca Santa Giulia e con l’adesione dell’Aici - Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane, premio intitolato al regista e produttore Roberto Gavioli e dedicato al cinema documentario che racconta il mondo dell'industria e del lavoro. La cerimonia si è svolta lo scorso weekend a Roma nell’ambito della seconda edizione degli Stati Generali dell’archeologia industriale. «Amuka. Il risveglio dei contadini congolesi», l’emblematico titolo del suo progetto: un’opera che è il coronamento di un lungo lavoro volto a documentare le rivendicazioni dei contadini di diverse aree del Paese africano. «Amuka è stato un viaggio di cinque anni in cui ho avuto la fortuna di poter raccontare il lavoro e le fatiche quotidiane di cinque contadini congolesi - ha commentato a caldo il regista -. Il mestiere del contadino è il più antico del mondo e il mio film vuole essere in qualche modo un'ode a questo lavoro così duro quanto universale. Questo è un riconoscimento che condivido con loro e sono sicuro che saranno felicissimi di sapere che il loro lavoro è stato visto ed apprezzato». Presieduta da Silvio Grasselli, la giuria - composta fra gli altri anche dal maestro Franco Piavoli - non ha avuto dubbi. Domani alle 21 altro appuntamento targato Musil: all'atelier di stampa d’arte Matrici Aperte, in via Capriolo, in città, verrà infatti presentato «Ancora una vita agra», podcast sul lavoro culturale oggi, a 60 anni dalla pubblicazione di «La vita agra» e a 100 dalla nascita di Luciano Bianciardi. Che a proposito del suo romanzo più famoso era solito dire fosse frutto di «una solenne incazzatura, scritta in prima persona singolare». Promosso nell’ambito del progetto Matrice Lavoro Lombardia, il podcast è stato realizzato attingendo anche all’archivio di Fondazione musil e Fondazione Isec. Ne parleranno René Capovin (direttore Musil), Andrea Cegna (giornalista e autore) e Andrea Biffi (progettista culturale); in collegamento alcuni dei protagonisti delle varie puntate.•.

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