IL RISORGIMENTO

Giambelli: «Io, nato in Casa Caldera», luogo simbolo di Brescia che non c'è più

Faustino Joli: «Combattimento in contrada Sant’Urbano» (Risorgimento a Brescia, Dieci Giornate)
Faustino Joli: «Combattimento in contrada Sant’Urbano» (Risorgimento a Brescia, Dieci Giornate)
Faustino Joli: «Combattimento in contrada Sant’Urbano» (Risorgimento a Brescia, Dieci Giornate)
Faustino Joli: «Combattimento in contrada Sant’Urbano» (Risorgimento a Brescia, Dieci Giornate)

Rolando Giambelli rievoca le X Giornate di Brescia: il presidente dei Beatlesiani Associati d’Italia, musicista, fotografo, fondatore del Beatles Museum e organizzatore di eventi come il Beatles Day, è particolarmente legato a questo evento storico da una personale quanto singolare esperienza. «Sono nato ed ho vissuto i primi cinque anni della mia infanzia nella casa di via Torricella di Sopra 1, detta “Casa Caldera”, ovvero il luogo in cui si concluse nel sangue l’ultima delle X Giornate di Brescia nella notte dell’1 aprile 1849 – racconta Giambelli -. Per questo ogni anno cerco di tener viva la memoria su fatti ormai lontani, dei quali ho l’impressione che si parli purtroppo sempre meno».

Demolita nel 1977, la Casa Caldera, ricorda Giambelli, «fu teatro dell’eccidio della valorosa Legione Camozzi giunta segretamente da Bergamo in soccorso ai Bresciani in lotta, comandata dallo stesso Gabriele Camozzi, ma che fu tradita per una delazione fatta agli austriaci». Questo episodio delle X Giornate, spiega Giambelli, «venne riassunto dalle poche parole scolpite sulla pietra della lapide un tempo fissata sulla facciata della casa di via Torricella 1, ma fu anche raccontato da Achille Beltrami in un articolo pubblicato il 19 febbraio 1904 sul quotidiano La Provincia di Brescia, storico giornale sostenuto da Giuseppe Zanardelli attivo dal 1870 al 1926».

Un frammento di storia bresciana del quale Giambelli venne a conoscenza fin da piccolo. «Mio padre e mia madre mi raccontavano quanto accaduto nella nostra casa, e della lapide che da piccolo non sapevo leggere, ma che osservavo incuriosito ogni giorno tornando a casa dall’asilo infantile di Urago Mella: lo raggiungevo da solo fin da piccolo percorrendo la dritta via della Chiesa, all’epoca aperta campagna – dice Rolando -. Oggi la casa non c’è più, ma la lapide è stata rimontata in ricordo della strage di patrioti. Auspico davvero che nel 2023, quando Brescia e Bergamo saranno capitali della cultura, si potrà celebrare insieme il 174° anniversario delle X Giornate. Magari con un gemellaggio fra la Rocca bergamasca in città alta ed il nostro Castello, che il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha sostenuto con il suo voto personale nella campagna per il Luogo del Cuore del Fai».•. Cl.An.

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