«Giusto», la voce che cerca una luce in un mondo buio

Attore e autore: Rosario Lisma
Attore e autore: Rosario Lisma
Attore e autore: Rosario Lisma
Attore e autore: Rosario Lisma

Ognuno combatte la propria piccola battaglia personale, in un perimetro sacralizzato dallo spazio privato. E può capitare che talvolta queste lotte siano invisibili, lontane dai riflettori dello sguardo pubblico: le crociate del quotidiano che un animo gentile abbraccia noncurante della ferocia del proprio tempo. Approda questa sera alle 20.30 al Teatro Delle Ali di Breno per la Stagione di prosa «Giusto», lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Rosario Lisma, monologo scritto nel 2020 in piena pandemia che racconta la storia buffa e allo stesso tempo dolente di una diversità nel mondo contemporaneo, attraverso gli occhi e la voce di un personaggio incapace di assimilarsi a una società cinica e senz’anima. Giusto è un impiegato intelligente e educato, un ingranaggio anomalo in un mondo grottesco, dominato alla spietatezza del lavoro e dei sentimenti: come potrà ambire a trovare la serenità, e magari anche l’amore? «È un personaggio unico nella sua intelligenza, lealtà e gentilezza - spiega Lisma -. È nato nella mia testa quando, dopo il lockdown, è stato chiaro a tutti che la nostra società stava diventando più aggressiva e individualista, peggiore rispetto a quanto non fosse prima della pandemia. Un abbrutimento della collettività, con una società basata sull’homo homini lupus. Al contrario, Giusto è una persona che non sente di dover avere una propria opinione su tutto e tutti, evita lo scontro e allo stesso tempo ha intelligenza e sensibilità. È un buono, un marziano in un mondo di persone omologate. Per questo si chiude in se stesso fino a isolarsi, fino a una catarsi che sorprenderà il pubblico». Giusto è la voce che, contrapponendosi al proprio tempo, cerca un raggio di luce. «Sente il tormento di un sogno che non può realizzarsi, l’amore per la figlia del suo direttore, corteggiata da tutti per bieco interesse. Una donna per lui bellissima, ma insultata da tutti per il peso eccessivo: una riflessione sullo sguardo che la società esercita sul corpo delle persone. Non è un’invettiva contro gli altri, quanto un’esortazione alla riflessione su noi stessi, sulla nostra vita, su quanto dobbiamo uscire dalle nostre piccole certezze». In una società grottesca popolata di esseri antropomorfi, Lisma costruisce un universo onirico, grottesco e divertente, che al degrado dei tempi oppone il riso, il veicolo per il racconto di un malessere. «Il teatro può e deve sbloccare il pensiero. L’arte non è solo estetica ma anche contenuto: senza la poesia e la letteratura le nostre esistenze sarebbero piatte, rivolte solo ai bisogni primari. Noi siamo di più, abbiamo un tormento intimo che dobbiamo interpretare, sulla scena e nell’arte, grazie alla capacità di interrogare noi stessi».•. Ste.Ma.

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