Grande Notte del Jazz Applausi senza fine

di Luigi Fertonani
La verve dell’Abrasax Sextet per la Grande Notte FOTO ONLY CREW/Filippo VeneziaAl Teatro Grande  anche la creatività dell’Anokhi trio ONLY CREW/Filippo Venezia
La verve dell’Abrasax Sextet per la Grande Notte FOTO ONLY CREW/Filippo VeneziaAl Teatro Grande anche la creatività dell’Anokhi trio ONLY CREW/Filippo Venezia
La verve dell’Abrasax Sextet per la Grande Notte FOTO ONLY CREW/Filippo VeneziaAl Teatro Grande  anche la creatività dell’Anokhi trio ONLY CREW/Filippo Venezia
La verve dell’Abrasax Sextet per la Grande Notte FOTO ONLY CREW/Filippo VeneziaAl Teatro Grande anche la creatività dell’Anokhi trio ONLY CREW/Filippo Venezia

È soltanto pomeriggio ma in corso Zanardelli la Grande Notte del Jazz sta già per iniziare. Molti i passanti che si fermano mentre gli addetti completano la preparazione dell’attrezzatura , apparati elettronici e casse acustiche per l’esibizione del Phase Duo, il progetto musicale ideato dalla violinista Eloisa Manera e dal polistrumentista elettronico Stefano Greco. Un assaggio di quello che da lì a due ore avverrà all’interno del Teatro Grande: già ben prima delle 19, orario ufficiale d’inizio, il pubblico riempie la sala principale. È lì che è previsto il primo concerto, quello che riunisce tutto il pubblico prima che questo si divida nei tre gruppi previsti, l’Air, il Ground e il Fire nei vari ambienti del Teatro Grande. Ad accogliere il pubblico l’Orchestra Creativa dell’Emilia Romagna guidata dal clarinettista e saxofonista Marty Ehrlich per un omaggio a Julius Hemphill, il compositore americano scomparso nel 1995. Un omaggio che comprende anche Mirrors e che alterna robuste sezioni di sax e clarinetti fra cui la brava Olivia Bignardi a delicate espressioni al pianoforte di Fabrizio Puglisi, altro direttore dell’Orchestra; applauditissimo anche Vincenzo Vasi con i suoi interventi vocali, l’uso creativo di oggetti e una suggestiva produzione elettronica. Molti i concerti in contemporanea. Impossibile seguirli tutti. Uno si è svolto nel Salone delle Scenografie con l’Abrasax Sextet diretto dal bresciano Olmo Chittò al vibrafono: un concerto particolare per il quale Chittò ha proposto al suo gruppo di sassofoni accompagnati alla batteria semplici strutture musicali su cui lavorare, alcune attinte dal mondo classico come ad esempio da Purcell. Sala stracolma di pubblico, come in tutti gli altri appuntamenti: nel Ridotto hanno colloquiato la splendida Alexandra Grimal al sassofono e Joëlle Léandre al contrabbasso: un duello che il pubblico ha applaudito in modo calorosissimo. E poi Lost Ships con la voce di Elina Duni e la chitarra di Rob Luft, il Ghost Horse con Dan Kinzelmann al sassofono e al clarinetto basso nel Salone delle Scenografie col suo gruppo ma poi anche al Ridotto in duo con Fabrizio Puglisi al pianoforte. Il tutto orchestrato molto bene dal personale del Teatro Grande, che ha fatto funzionare questa gigantesca macchina organizzativa che prevedeva musica persino negli intervalli fra un concerto e l’altro, in sala grande per chi non voleva arrendersi al silenzio. Alla fine, all’una di notte, il piccolo gruppo che si era prenotato per la «Late Night Jam» ha scoperto che si trattava di un avvenimento «intimo» preparato nell’ambiente del Loggione che una volta ospitava il bar: un vero e proprio suggestivo Piano Bar d’eccezione, prima andare tutti a nanna. Sicuramente molto soddisfatti.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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