«Guerriere fino all’ultimo» contro il Covid

di Massimiliano Magli
Dettaglio della copertina dell’opera di Laura Frassine e Gaia Tentolini
Dettaglio della copertina dell’opera di Laura Frassine e Gaia Tentolini
Dettaglio della copertina dell’opera di Laura Frassine e Gaia Tentolini
Dettaglio della copertina dell’opera di Laura Frassine e Gaia Tentolini

Sono passate da una tranquilla palestra di riabilitazione all'inferno del reparto Covid dell'ospedale di Chiari. E le emozioni faticavano a uscire, compresa la paura. Colpite da questo mix di emozioni, due fisioterapiste dell'Asst Franciacorta hanno deciso di raccontare la loro esperienza in un libro. Edito da Serra Tarantola, «Guerriere fino all'ultimo» è un breve ma intenso racconto di ciò che hanno vissuto Laura Frassine (30enne di Cellatica) e la collega 47enne cremonese Gaia Tentolini. SONO 64 PAGINE dense di emozioni ma anche di dettagli che servono a comprendere il dramma vissuto da pazienti e personale medico e paramedico in giorni in cui la morte e l'incognito esercitavano una morsa paurosa sulla nostra razionalità. «Con Gaia – spiega Laura – ho legato subito e anche questa esperienza ha finito per renderci ancora più unite. Il libro è stato una via d'uscita spontanea a tanti vissuti che non siamo riusciti a gestire al momento. La morte, la paura, la tensione sono più vive oggi che in quei giorni: non avevamo proprio il tempo per realizzare cosa stesse accadendo. Molti aspetti sono rimasti anche in questa seconda ondata, ma l'incognita dell'esperienza senza precedenti ci aveva lasciato senza emozioni coerenti con il dramma vissuto. E tutto questo è stato un bene, perché saremmo crollate se avessimo vissuto appieno i sentimenti che normalmente si provano in quel momento. È stato meglio dover fare tutto velocemente». Dieci giorni di «grazia» consentono a Frassine e Tentolini di continuare ad operare in area pulita nella loro palestra. Poi i pazienti aumentano a dismisura, la situazione si complica e in reparto c'è bisogno di fisioterapia. «DI TUTTI i generi – continua Laura -: la fisioterapia passiva per chi non era in grado di reagire fisicamente per garantire una minima tonicità muscolare, quella attiva per ridare un po' di saturazione a chi riusciva almeno a fare qualche passo». Il momento più brutto di questo periodo senza precedenti è in un gesto: «Il segno della croce con cui un medico mi fece capire che un mio paziente era morto. Assistere alla constatazione di decesso è stato terribile. Qualcosa che non potrò dimenticare. Ma di morti ne ho dovute contare tante: purtroppo sono diversi i ricoverati che non ho ritrovato il giorno dopo». Tra le storie molto toccanti di questo racconto ci sono anche quelle di chi ce l'ha fatta ed è tornato a salutare le due fisioterapiste. «È stato così strano rivedere questi pazienti - conclude Laura Frassine - perché li ricordavamo solo per nome: il nostro casco e il loro ci impediva persino di riconoscere i rispettivi tratti somatici». Il libro edito da Serra Tarantola è in vendita a 12 euro in libreria ed è anche reperibile sulle principali piattaforme di vendita. •

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