I cigni non muoiono proprio mai

«Swaën» di Camilla Monga sul palco del Teatro Grande  ANDREA MACCHIA
«Swaën» di Camilla Monga sul palco del Teatro Grande ANDREA MACCHIA
«Swaën» di Camilla Monga sul palco del Teatro Grande  ANDREA MACCHIA
«Swaën» di Camilla Monga sul palco del Teatro Grande ANDREA MACCHIA

Un’ora di spettacolo per ricordare uno dei momenti fondamentali della danza dell’inizio del secolo scorso, quella la Morte del Cigno coreografata da Michel Fokine e interpretata dalla mitica Anna Pavlova. Sul Palcoscenico Borsoni del Teatro Grande un pubblico numeroso e curioso per «Swans never die», un trittico di coreografie dedicate al tema della morte del cigno, rivisitata con gli occhi di oggi a partire da «Swaën» di Camilla Monga, che appare al centro della scena in un’improvvisazione che richiama i movimenti del cigno, mentre Filippo Vignate al trombone ed Emanuele Maniscalco alla batteria e alla tastiera ridisegnano la musica originale di Camille Saint – Saëns in un miniconcerto che si spegne alla fine sulle ultime note del trombone. Molto originale «Open Drift» di Philippe Kratz: due danzatori, Antonio Tafuni e Nagga Baldina fluttuano da una parte all’altra del palcoscenico con un passo che non si stacca mai dal suolo, complesso e faticoso ma che interpreta perfettamente l’idea di un flusso che porta a nuove esperienze i due interpreti, anche questi lungamente applauditi dal pubblico. Infine l’originale, il breve momento che rese celebre la Pavlova e che ha visto apparire, in bianco tutù, la splendida Virna Toppi, stella della Scala che ha brillato sulle punte in questa serata anche al Teatro Grande, così vicina al nostro pubblico, così irraggiungibile nella perfezione struggente della sua prova. Tre modi per interpretare, per dare continuità ad un mito: è proprio vero che i cigni non muoiono mai.•. L.F.

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