I diari di Sapienza
dal Canada alle Alpi
dalla Norvegia al Po

di Stefano Malosso

«Questa è la rotta che avrei scelto, io avrei deciso di andare dove non sono mai andato a disinteressarmi di chi vi è già passato». Scrittore, giornalista e traduttore, Davide Sapienza è anzitutto un camminatore. Nel suo pensiero, il cammino è un'idea di esplorazione e ispirazione, un modo nuovo di guardare ai territori, di riscoprirli attraverso una nuova sensibilità e, compagno inseparabile, un taccuino di appunti.

PROPRIO QUELLE riflessioni di viaggio sono la materia narrativa che compone la nuova edizione di «I diari di Rubha Hunish. Redux» (Lubrina Edizioni, 2017), presentato dall'autore al Circolo Arci Sul Palco di Malegno: occasione per parlare di viaggio, della bellezza di una natura incontaminata, di poesia. Immerso in luoghi di rara bellezza, Sapienza si muove con lo sguardo del geopoeta, che sa raccontare i luoghi e ciò che in essi ha una voce, riannodando i fili delle relazioni e del continuo dialogo silenzioso fra le parti del tutto. Un dialogo legato alla terra, alle rocce, all'acqua.

«Ho iniziato anni fa a raccogliere appunti e riflessioni di viaggio, ora riuniti nel libro» spiega Sapienza. «Scrivendo, osservavo che le emozioni e i ricordi hanno un loro tempo, diverso dal tempo materiale del nostro corpo. Per questo i racconti non hanno un ordine cronologico, ma piuttosto un ritmo interiore». Dalle Orobie Orientali, la narrazione si sposta ora in Canada a Nunavut, ora in Norvegia a Trondheim, prima di un ritorno in Italia fra le Alpi e il Delta del Po per poi tornare in Islanda, finendo fino all'Artico e alla bellissima isola scozzese di Skye. Lo sguardo di Sapienza è senza sosta, scruta e legge i segni del paesaggio, cerca e puntualmente trova gli spazi della riflessione, del silenzio profondo.

«Bisogna vivere il nostro tempo e cercare di leggerlo, capirlo. Dobbiamo farlo senza nostalgia per il passato: si può vivere la montagna o un libro, guardando al nostro presente e al continuo movimento attorno a noi» dice Sapienza. Mentre sullo sfondo il pubblico osserva le foto testimoni dei tanti viaggi, ritrovando la purezza dello sguardo che pareva perduta.

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