Il giardino, le Piramidi e la Torre del Vescovo

La Torre del Vescovo in piazza
La Torre del Vescovo in piazza
La Torre del Vescovo in piazza
La Torre del Vescovo in piazza

In un comune come questo, in cui ancora sventolano come bandiere a brandelli i lembi di leggende su fate e streghe, non poteva mancare un giardino. La sua superficie, circa 16 mila metri quadrati, è attraversata da una nuda e spinosa arteria che a maggio ritrova il suo vigore e ricomincia a pompare, grazie alle rose che si avviluppano intorno al porticato, la linfa che ripopola il giardino: tutt’in giro si spande un reame fatto di abeti turchini, pini giapponesi, querce rosse americane, cipressi calvi della Florida, tigli ibridi argento e altre specie insolitamente accampate a Pisogne, sulla sponda più a nord del lago d’Iseo. Questo luogo esotico, nel grande parco comunale appartenuto a Villa Damioli, è retto da una diarchia: imponenti svettano un regale Cedro Deodara, dal diametro di oltre 3 metri, e una maestosa e rarissima Sequoia Gigante. Il primo, originario dell’Himalaya, ha un nome parlante, derivante dal Sanscrito, che lo incorona «Albero degli dei»: la sostanza fornita per distillazione dal suo legno consegna all’immortalità ogni cosa che tocca, dai libri, che gli antichi ungevano con quest’olio per conservarli nei secoli, ai cadaveri, con cui venivano imbalsamati. Il secondo monarca del giardino è americano e può aspirare al raggiungimento dei 95 metri d’altezza e dei 2000 anni di vita. Chissà che non sia lui a battere sul tempo sia le campane di Torre del Vescovo sia l’ultima delle Piramidi di Zone. Chi.Co.

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