L’evento

«Il rock di padre in figli*» alla Microeditoria di Chiari Cotto in dialogo con Pedrini

di Gian Paolo Laffranchi
Sabato 4 novembre, a Villa Mazzotti, il dj e scrittore presenta il suo libro. Ad intervistarlo il rocker bresciano. E a Dori Ghezzi verrà consegnato il premio Donna di parola
Con la direttrice Massimo Cotto e Omar Pedrini un anno fa a Chiari assieme a Daniela Mena
Con la direttrice Massimo Cotto e Omar Pedrini un anno fa a Chiari assieme a Daniela Mena
Con la direttrice Massimo Cotto e Omar Pedrini un anno fa a Chiari assieme a Daniela Mena
Con la direttrice Massimo Cotto e Omar Pedrini un anno fa a Chiari assieme a Daniela Mena

 Ai giorni nostri è naturale ed è un bene. Ai giorni nostri una rassegna consacrata alla letteratura come la Microeditoria di Chiari può portare serenamente a Villa Mazzotti sua maestà il rock and roll: «Il rock di padre in figli*» a firma di Massimo Cotto, intervistato per l’occasione da Omar Pedrini in un ribaltamento di ruoli che non deve sorprendere vista la versatilità di entrambi. Appuntamento fissato sabato, alle 17. «Per fortuna si è ormai capito che l’arte è fatta per abbattere ostacoli, non per innalzarli - sorride Cotto -. Un bene tutto ciò che diventa incontro e contaminazione, parola meravigliosa che contiene azione. Allargare gli orizzonti significa anche vedere più paesaggi».

La domanda di fondo

Alle 17 Cotto e Pedrini si chiederanno perché un tempo tutti sapevano che cosa fosse il rock, mentre oggi vince la frammentazione e il rock non fa più parte del bagaglio culturale dei più giovani. «Improvviseremo: la cosa più bella del rock, una di quelle che spero di insegnare a mio figlio. È vero che i grandi improvvisatori sono quelli che conoscono bene lo spartito, quindi bisogna studiare, imparare, faticare. Ma a un certo punto devi dimenticarti tutto quello che hai imparato. Omar, oltre ad essere un fratello, ha saputo soffiare la poesia nella quotidianità, nell’ordinario. Anche quando parla normalmente ha illuminazioni. Una volta eravamo nelle Langhe, dovevamo fare uno spettacolo insieme e c’era appena stato il diluvio universale. Era uscito un sole bellissimo, dopo il temporale. Eravamo a tavola davanti a un piatto di agnolotti e un bicchiere di vino. Vedi Massimo, nessuno potrà dire questa sera che non siamo ricchi... Una frase di una semplicità incredibile, ma ti colpisce. Lui ha questo dono. Ogni volta ritrovarlo è una festa. Ha un grande cuore, purtroppo è un cuore matto». Per questo il tour appena iniziato sarà il suo ultimo davvero rock and roll (stasera e domani doppia data al Druso di Bergamo).

A Dori Ghezzi il premio Donna di parola

Sabato di musica & letteratura a Chiari anche grazie a Dori Ghezzi, che alle 18 riceverà il premio «Donna di parola» per poi raccontare (con l’accompagnamento alla chitarra di Giorgio Cordini) aneddoti tratti dal libro «Lui, io, noi» sulla sua vita e sugli anni passati al fianco di Fabrizio De André. «Voglio molto bene a Dori - dice Cotto -. Abbiamo condiviso tante cose e sa sempre farmi ridere. Stavamo andando a Bari in aereo per un incontro con i ragazzi delle scuole su De André, ci fu una turbolenza pazzesca e Dori per rassicurarmi mi disse Tranquillo, è Fabrizio: ogni volta che prendo un aereo si diverte così. Dimmelo prima!».

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