L’emancipazione rosa Riflessioni in un click

di Alessandra Tonizzo
«La scelta» di una poliziotta: opera di Rosetta Zampedrini«La camionara»: si è raccontata a Felice Bianchetti
«La scelta» di una poliziotta: opera di Rosetta Zampedrini«La camionara»: si è raccontata a Felice Bianchetti
«La scelta» di una poliziotta: opera di Rosetta Zampedrini«La camionara»: si è raccontata a Felice Bianchetti
«La scelta» di una poliziotta: opera di Rosetta Zampedrini«La camionara»: si è raccontata a Felice Bianchetti

Impossibile restare impassibili. Quando lei non serve a chicchessia ma serve a sé stessa, è esultanza. «Non mi piace l’8 marzo», tornano a dire quelli del Gruppo fotografico Click. Siamo a Flero, a Palazzo Loda, in via Umberto I. Si solennizza col consueto contrappunto la Festa della donna. Felice Bianchetti e Rosetta Zampedrini (inossidabilmente) comunicano, per la 15esima manche, l’idea concreta dell’emancipazione rosa. «La camionara» e «La scelta» sono le loro rispettive riflessioni sul femminile, quest’anno tanto sradicato dai cliché professionali quanto avvinghiato all’indipendenza – di ruolo, genere, specularità. LE MOSTRE (informazioni e ingressi su www.gfclick.it) inaugurano domani alle 20.30 assieme ai toni caldi della Filarmonica Ligasacchi. «Incontro casuale, quello con Leonarda – racconta Bianchetti –, camionista leccese controcorrente». A 5 anni capisce che lavoro vuol fare, oggi ne sono passati 33 dal suo debutto su strada. «Solitudine, claustrofobia, movimento costante» sono i vertici del triangolo cui s’appende il reportage. Un viaggio da Piacenza a Genova, verso i mercati generali, partiti di giorno rientrati a notte fonda, mangiando in cabina, riposando nella cuccetta «di un mezzo spaziosissimo, immenso, pure comodo. Mi sono divertito ad accompagnare Leonarda nella sua casa mobile». Dimenticando finanche il bianco e nero sul guardrail: «Questa volta, sì. Questa volta colore, per il colpo d’occhio di blu e rossi quasi alieni», di nuvolosità indecifrabili entro la tragittante cronologia atemporale. PER LA CAMIONARA (così è nota, così si fa chiamare), attraverso la fatica in pullover cipria e sigarette lunghe un traforo, l’andamento cingolato diventa litania: «Ho combattuto contro giudizi e pregiudizi – commenta –. Tanta gente, pochi amici, ma veri. Vado ancora avanti sul nero asfalto a mangiare chilometri fin quando Dio lo vorrà». Occhi chiusi, nella preghiera fisica del non sentir male, sta Valentina. Poliziotta. «Me l’ha sorteggiata la Polgai di Brescia – spiega Rosetta Zampedrini –, dopo aver fatto domanda. Volevo vedere e capire il perché di una donna che sceglie questa strada». Per la ragazza col caschetto biondo si tratta d’una scelta di vita. «Risoluta, determinata, convinta e consapevole. Dopo 3 anni negli Alpini Valentina capisce che il suo sguardo alla comunità può risolversi solo in questo percorso. L’ho seguita, nell’arco di 20 giorni, fino al giuramento». Gli scatti dell’uniforme in b/n («il colore mi disturba e distrae») affermano resistenza. E sacrificio votivo. Impugnano l’arma, contengono le mani, già serie dell’offerta protettiva. •

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