PERSONAGGI

L'ironia firmata Lorenzo poeta a diciassette anni

di Angela Dessì
E in questi giorni ha ultimato la sua seconda raccolta
Lorenzo Gafforini legge le sue poesie
Lorenzo Gafforini legge le sue poesie
Lorenzo Gafforini legge le sue poesie
Lorenzo Gafforini legge le sue poesie

«Impugnare una penna e scrivere, scrivere fino a farmi male al polso. Sono felice, sorrido a un foglio e continuo....».
Scrive così nella prefazione della raccolta «Beotica Danza: poesie al chiaro di luna» Lorenzo Gafforini, bresciano non ancora diciottenne che da 10 anni compone poesie e, contrariamente a quanto accade alla maggior parte degli altri adolescenti, le pubblica anche. Si, perchè la poesia lui ce l'ha proprio nel sangue: sin da quando - all'età di otto anni - il nonno meccanico gli regalò le raccolte di Carducci, che pur «non colpendolo tanto», racconta, accesero in lui una passione mai più sopita.
Lorenzo scrive, scrive sempre: a 13 anni compone poesie in rima e racconti brevi, nell'estate del 2011 stampa in casa il suo primo «libro» (il titolo era «Io essere altamente complicato») e l'anno successivo partecipa al concorso di poesia Arnaldo da Brescia, senza però essere «minimamente considerato», racconta.
Eppure non si arrende, non si perde d'animo, e come ogni poeta che si rispetti trasforma la delusione e la rabbia in un nuovo ed ulteriore anelito creativo.
Nel Natale 2012 «scopre» Charles Bukowski, ed è amore a prima vista. Il fuoco che lo anima diviene sempre più forte, e lo porta a rivedere molto di quanto composto sino ad allora. Poi, nell'aprile del 2013, la decisione di contattare un editore cittadino - Marco Serra Tarantola - per provare a dare alla luce una vera e propria raccolta. Gli bastano due mesi, e nel giugno 2013 esce Beotica Danza, 60 pagine di autoironia, dubbio, voglia di vivere, stupore: tutto il mondo destrutturato e scomposto negli occhi di un diciassettenne.
Oggi Lorenzo Gafforini ha finito di scrivere la sua seconda raccolta poetica, e tra gli studi al Gambara e la realizzazinoe di un trailer continua a coltivare la sua passione per la parola e le sue mille declinazioni. Decisamente un bel modo per crescere.
E per contrastare l'immagine di giovani «bamboccioni» cui nostro malgrado sembriamo esserci troppo spesso abituati.

Suggerimenti