La collaborazione all’alba di Bresciaoggi, i convegni e l’omaggio della sua città

Il mio primo incontro con il professor Emanuele Severino è dovuto ad uno scambio di lettere su Bresciaoggi, nel 1983, al quale fecero seguito alcuni incontri nella sua abitazione, in particolare sulla natura «filosoficamente» socialdemocratica del Pci. Il Professore era ben noto anche al grande pubblico, ma egli considerava Brescia come una «oasi elettiva» rispetto alla sua attività a Venezia. Una riservatezza che muta il proprio registro con la sua riflessione sulla strage del 28 maggio del ’74, ripubblicata da Morcelliana, e con la sollecitazione del suo amico Bruno Boni a collaborare con Bresciaoggi. Per cui ha scritto diversi interventi rielaborati poi in «Techne, le radici della violenza» (Rizzoli). Ma la sua attività pubblicistica non si rifletteva in un più diretto rapporto con la città. Le reiterate sollecitazioni per iniziative pubbliche non trovavano udienza e solo a fine 1984 manifestò la disponibilità per una iniziativa della Libreria Rinascita e dal Centro di iniziative Togliatti sui temi della pace e della guerra, di democrazia e violenza, salvezza e nichilismo, in un confronto con i professori Mario Cassa e Gianluigi Berardi, in una affollatissima Camera di Commercio nel febbraio 1985. E, a distanza di pochi giorni, per un convegno sullo sviluppo di Brescia alle soglie del 2000, promosso dalla Associazione Industriali (Aib) con Giovanni Bazoli, Mino Martinazzoli, Guido Carli e Giuseppe De Rita. Da allora la presenza del professor Severino si è intensificata con grande generosità. Interessante il successivo convegno, sempre dell’Aib, nel 1991, con gli stessi protagonisti del 1985 e la partecipazione di Luigi Lucchini e del professor Romano Prodi. Nel dibattito il tema controverso rappresentato dal tentativo della Chiesa di far diventare il capitalismo qualcosa di diverso da ciò che esso è, nell’epoca del dominio della tecnologia. Riflessioni che si svilupperanno anche con Martinazzoli, coinvolgenti il rapporto tra cattolicesimo e democrazia. Tra le iniziative promosse dal Comune di Brescia vanno ricordati un «Omaggio a Severino» con un ciclo di incontri nel 2002 e la pubblicazione de «Il sentiero del giorno». Su sollecitazione dell’allora sindaco di Brescia, Paolo Corsini, anche un secondo ciclo si svolse tra il ’93 ed il ’94 al Vanvitelliano: incontri dal titolo «Finis saeculi, finis mundi?», con la partecipazione, tra gli altri, del «Nobel» Renato Dulbecco, di Luhmann e Morin, Moltmann e Sylos Labini… EVIDENTE il legame profondo della città con il suo più grande filosofo, che si è poi confermato con la costituzione della Associazione di Studi (Ases) presieduta dai professori Vincenzo Milanesi, Ines Testoni ed ora da Anna Severino. Ases ha promosso due Congressi Internazionali nelle Università Statale e Cattolica di Brescia: «I 60 anni della Struttura Originaria» nel 2018, «Heidegger nel pensiero di Severino» nel 2019. A cui sono seguite, in collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano, «Orestea. Al centro del vortice. Omaggio a Severino» e «Leopardi nel pensiero di Severino», con l’apprezzata partecipazione del Comune, del sindaco Emilio Del Bono e dell’assessore alla Cultura Laura Castelletti, come per la costituzione di «Casa Severino», messa disposizione della famiglia Severino come un centro studi. Claudio Bragaglio Consiglio Direttivo di Ases

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