«LA MIA POESIA PER BRESCIA»

di Elia Zupelli
La Loggia illuminata col tricolore, in periodo di piena pandemia da Coronavirus: era il 19 marzo scorso  AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaL’autore ha origini napoletane. Per due decenni è stato a BresciaRusso è stato premiato più volte per i suoi scritti negli ultimi anniAlessandro Russo ammira l’arte di Banksy. Dalla sua vena poetica liriche dedicate alla città adottiva
La Loggia illuminata col tricolore, in periodo di piena pandemia da Coronavirus: era il 19 marzo scorso AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaL’autore ha origini napoletane. Per due decenni è stato a BresciaRusso è stato premiato più volte per i suoi scritti negli ultimi anniAlessandro Russo ammira l’arte di Banksy. Dalla sua vena poetica liriche dedicate alla città adottiva
La Loggia illuminata col tricolore, in periodo di piena pandemia da Coronavirus: era il 19 marzo scorso  AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaL’autore ha origini napoletane. Per due decenni è stato a BresciaRusso è stato premiato più volte per i suoi scritti negli ultimi anniAlessandro Russo ammira l’arte di Banksy. Dalla sua vena poetica liriche dedicate alla città adottiva
La Loggia illuminata col tricolore, in periodo di piena pandemia da Coronavirus: era il 19 marzo scorso AGENZIA FOTOLIVE/Filippo VeneziaL’autore ha origini napoletane. Per due decenni è stato a BresciaRusso è stato premiato più volte per i suoi scritti negli ultimi anniAlessandro Russo ammira l’arte di Banksy. Dalla sua vena poetica liriche dedicate alla città adottiva

A fine maggio la luce aveva già iniziato a farsi largo in fondo al tunnel, la normalità a manifestarsi come una lenta (ri)conquista, la vita a scorrere di nuovo. Seppur con ritmi affievoliti, come ricordi sbiaditi e quasi dimenticati, dopo due mesi in lockdown lunghi quanto anni. Nel mezzo, tutto quello che è stato. Così, in leggera differita rispetto al momento più buio, ecco affiorare una nuova testimonianza di vicinanza, solidarietà e fratellanza senza confini, ancora più intensa e singolare perché scandita in versi lungo l’asse Brescia-Napoli, fra passato presente e futuro. Testualmente, come segnalato da un lettore, Daniele Pigoli da Ospitaletto: «Buongiorno. Nel bel mezzo delle polemiche sulle certificazioni che alcune regioni vorrebbero chiedere a chi intenda andare nei loro territori, proprio ieri un carissimo amico mi ha inviato questa sua poesia che, almeno io credo, rappresenta un bel segnale che ci faccia sentire forte l'abbraccio, lontano eppur così vicino, delle sue parole. Con il consenso dell'autore stesso, mi permetto di segnalarvela, confidando possiate condividere le mie considerazioni e farle vostre…». SCRITTA da Alessandro Russo, napoletano di origine con lunghi trascorsi umani e professionali all’ombra del Cidneo, la poesia ha un titolo programmatico: «A Brescia col cuore». Riportata parola per parola qui sopra. NON È LA PRIMA volta che Russo esprime in versi emozioni, ansie, paure, sensazioni e pensieri generati dall’emergenza sanitaria: sempre a maggio, con la poesia «L’intruso», ha vinto infatti il Premio «Il Sublime ‒ Il Golfo dei Poeti», organizzato dall’associazione culturale Mondo Fluttuante di Sanremo, in collaborazione con l’associazione Arthena di Lerici. Nello specifico, partendo dall’angolo in basso della pagina, in grassetto spicca un dettaglio retrodatato: Wuhan, 31 ottobre 2019. «Entra senza una faccia, e come un bambino che ha indossato solo un vestito - ormai stretto - da pipistrello, si affretta a provare nelle ombre di Halloween altre maschere della paura. Non s’intende di colpe o rimorsi, e con l’entusiasmo di un debuttante fa l’unica cosa che sa fare: infetta, democraticamente, corrompendo un colpo di tosse o uno starnuto affinché l’accompagnino fuori a cercare un altro ospite, a regalare una nuova paura». E POI ANCORA, altre schegge altrettanto ispirate a Covid, pandemia ed effetti collaterali derivati, fra immagini metafore e realtà: «È arrivato da un po’ senza fare rumore, aspettando le sfilate di Carnevale per provare anche qui, su facce diverse, le stesse maschere, che fanno paura come quelle cinesi e forse ancora di più: sembra più forte o semplicemente le sue maschere, che i giovani mettono e tolgono con facilità, sono troppo strette per i tanti da noi che avendo già l’affanno degli anni, non riescono a sfilarle e restano senza respiro». Anche in questo caso la poesia è retrodatata: 25 febbraio, Codogno. Il resto è storia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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