La peste nuova, la paura arriva con l’epidemia

È uscito in questi giorni il nuovo romanzo edito da La Nave Teseo «La peste nuova» dell’autore Fulvio Abbate. Si tratta della riscrittura integrale di un romanzo scritto dall’autore stesso ventiquattro anni fa. Questo è un segnale bibliografico, ma pure una spia dell’atteggiamento autoriale rispetto al passato che si auspica rettificabile e migliorabile. Il protagonista, Guido Battaglia, è uno scrittore a cui due splendide ragazze affidano la missione di scrivere una barzelletta che possa salvare non solo la sua città, ma tutto il pianeta dalla morsa della peste. La barzelletta che dovrà scrivere Guido Battaglia (è l’alter ego dell’autore, ateo, laico, non vuole e non può salvare il mondo) è del tutto marginale all’economia della vicenda. E’ un pretesto narrativo per parlare dell’inadeguatezza, la vera cifra simbolica di questo romanzo. C’è l’inadeguatezza di ogni liberazione dal male (che in concreto è rappresentato della peste) e l’inadeguatezza più sfuggente del passato. •

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