La storia dei Genesis fa tappa al Brixia Forum con The Musical Box

di Elia Zupelli
The Musical Box: si esibiranno a Brescia l’1 marzo FOTO di ANDRÉ BAZINET (qui sopra) e di GUSTAVO QUINTAS (in alto)
The Musical Box: si esibiranno a Brescia l’1 marzo FOTO di ANDRÉ BAZINET (qui sopra) e di GUSTAVO QUINTAS (in alto)
The Musical Box: si esibiranno a Brescia l’1 marzo FOTO di ANDRÉ BAZINET (qui sopra) e di GUSTAVO QUINTAS (in alto)
The Musical Box: si esibiranno a Brescia l’1 marzo FOTO di ANDRÉ BAZINET (qui sopra) e di GUSTAVO QUINTAS (in alto)

I puristi potrebbero anche storcere il naso. Ma con tutta probabilità finirebbero per farsene una ragione e magari pure sciogliersi in un lungo applauso. Più o meno la stessa storia accaduta a Phil Collins - «È venuto a vederci a Ginevra e nel 2005 ha anche suonato con noi: ‘a very nice guy’» - e Steve Hackett, «che è un nostro grande fan e spessissimo viene ai nostri concerti». Dunque con la benedizione dei mitologici prototipi prog, si preparano a irrompere anche a Brescia The Musical Box, l’unica band autorizzata e supportata dai Genesis e Peter Gabriel, per l’ultima tappa del loro tour italiano che da fine mese li vedrà esibirsi anche a Legnano, Bassano del Grappa, Bologna e Roma. L’appuntamento in città è fissato invece per l’1 marzo Teatro Dis_Play del Brixia Forum (il concerto inizierà alle 21, biglietti a 40 e 55 euro già disponibili in prevendita su Ticketone e Vivaticket). Epicentro del viaggio (sonoro) retroattivo sarà «The Lamb lies down on Broadway», sesto album in studio - il primo doppio e l’unico concept - dei Genesis pubblicato nel 1974; incentrato su un racconto ideato e scritto da Peter Gabriel (autore di tutti i testi delle canzoni tranne la title track scritta da Mike Rutherford e Tony Banks), il disco è stato collocato nella nona posizione dei 50 migliori album progressive dalla rivista Rolling Stone, nel 2015, e rappresenta la più grande opera creata dai Genesis e al contempo lo spartiacque che ha segnato la fine di un’era, ultimo contatto ravvicinato con Peter Gabriel, in botta totale di travestimenti e ultra teatralità e ormai pronto per la carriera solista. Lo spettacolo sarà quindi l’occasione per rivivere la magìa di un’epoca storica e di quelle atmosfere irripetibili. Che la band canadese formata da Denis Gagné (voce), François Gagnon (chitarra) Sébastien Lamothe (basso) Ian Benhamou (tastiere) e Marc Laflamme (batteria), abituata a palchi internazionali come la London Royal Albert Hall e l’Olympia di Parigi e a milioni di spettatori in tutto il mondo, rievocherà anche grazie a costumi mirabolanti, effetti speciali, strumenti vintage degni di un museo e all’assoluta devozione al live originale proiettato nel biennio aureo 1974-1975. «La prima volta che ascoltai i Genesis avevo dieci anni e fu mio fratello, di quattro anni più grande, a farmeli conoscere», ricorda lo stesso Gagné. «In particolare impazzii letteralmente per ‘Supper's Ready’, un brano stupendo, che continuai ad ascoltare infinite volte al giorno, per diversi mesi. Dal vivo invece li vidi per la prima volta nel 1982, per il tour di “Abacab”e fu altrettanto sconvolgente. Oltre che le varie personalità del gruppo, dei Genesis mi ha sempre affascinato il loro uso degli strumenti, della chitarra acustica e del Mellotron soprattutto: un autentico colpo al cuore». Eternamente sintonizzato su frequenze prog - «ancora oggi ascolto King Crimson, Yes e Gentle Giant: in questo sono un po' un dinosauro» -, il leader della formazione canadese è profondamente legato anche alla Pfm, con cui in passato suonò in più di una circostanza. «A Montreal, ad esempio: mi invitarono loro, fu un’esperienza fantastica!». Altra storia con Peter Gabriel: «Con lui i rapporti sono più tiepidi rispetto a quelli con gli altri membri storici della band: ci conosciamo e rispettiamo, ma diciamo che non ci chiamiamo durante il weekend ecco... Tutti i fan sperano in una reunion, ma personalmente la vedo molto difficile: nel dubbio, meglio venire a vedere The Musical Box!». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti