«Lagunario», suggestioni sulle acque

di Flavia Marani

L'Editrice Santi Quaranta ha pubblicato, in una raffinata veste grafica, «Lagunario» (pp. 182, 13 euro), l'ultima opera della giornalista e scrittrice veneziana Isabella Panfido. L'autrice, che anche questa volta non manca di contraddistinguersi per le sue intense suggestioni poetiche, decide di seguire un tracciato periferico, alternativo a quello tradizionalmente inteso nel cantare la bellezza della sua città, e percorre con orgoglio le leggende d'acqua e le storie veneziane che da tempi lontani animano la natura incontaminata e l'antico spirito delle isole, vedute e immaginate, della Laguna.

«Acque sacre e inviolabili, come il recinto di un tempio, come i confini della Patria», nelle quali si fonda per volontà divina l'Urbs Venetorum, circondata e abbracciata da esse, «come in un liquido amniotico, quell'acqua che non é mare e non é fiume, nè salata nè dolce, acqua meticcia, frutto della congiunzione costante dei flussi marino e fluviale, acqua figlia del padre Oceano e della madre Gea, l'acqua della Laguna».

Il suo andar per isole - da Fisolo, che rievoca la tragica avventura della giovane nobile destinata alla monacazione Chiara Renier, dopo aver rincorso uno struggente e romantico sogno d'oltremare, a Sant'Ariano, con le sue monache, la cui condotta lasciva fu interrotta da un'invasione di serpi nere, fino a Sant'Erasmo, Lio Piccolo, Murano, San Secondo, Poveglia, Lido, San Giorgio in Alga, San Clemente, San Michele - oltre che raccontare le meraviglie dei luoghi, evoca drammi, umanità e glorie di personaggi, maschili e femminili, accomunati da una medesima originalità, da un senso di profonda solitudine che, dall'isolamento, converge in spazi più ampi, che mai potranno essere cancellati dalla memoria storica o dalle fascinazioni della leggenda.

«Lagunario» é tutto quanto c'è di vero e di possibile, un suggestivo universo sospeso tra la realtà e l'immaginazione, é la promessa infranta di una bambina con il loden verde alla quale un bel giorno un comandante affidò un segreto, é il riflesso misterioso di Fatamorgana, una realtà che oscilla tra la concretezza della materia e la suggestiva evenescenza di un'apparizione.

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