LE DIECI GIORNATE DEI GIOVANI DI OGGI

di Sara Centenari
La pianista e cantante Frida Bollani sarà protagonista del concerto al liceo classico Arici di Brescia
La pianista e cantante Frida Bollani sarà protagonista del concerto al liceo classico Arici di Brescia
La pianista e cantante Frida Bollani sarà protagonista del concerto al liceo classico Arici di Brescia
La pianista e cantante Frida Bollani sarà protagonista del concerto al liceo classico Arici di Brescia

Dire che i giovani sono il futuro è un po’ come spostare la loro urgenza più in là. In un altrove temporale differibile, procrastinabile anche all’infinito. Quali giovani sono l’avvenire, infatti? Questi, i prossimi o quelli che saranno ragazzi ancora più in là? Bisogna uscire dagli slogan sulla pelle delle nuove generazioni e trasformare le parole in presenza e fatti. «Non sono il futuro ma il presente» è la sintesi. Ecco perché il Festival LeXGiornate ha scelto di festeggiare i suoi primi 18 anni con una grande progettualità sul campo. I primi nomi dei personaggi coinvolti nel compleanno 2023 - che sarà celebrato nel cartellone principale dal 14 al 23 settembre ma che prevede incontri per le scuole già dal 27 gennaio - sono quelli della pianista Frida Bollani, del trombettista Paolo Fresu, dello scienziato Telmo Pievani e del teologo Vito Mancuso: una presenza quest’ultima che è senz’altro un marchio di fabbrica della collaudata rassegna multidisciplinare, abituata da tempo a incrociare platee, linguaggi e a portare il dibattito in luoghi inattesi. Le superiori di Desenzano - dove avrà luogo il dialogo sulla scienza con Pievani -, l’istituto Antonietti di Iseo che ospiterà lo scambio con Mancuso il primo febbraio e il liceo Arici dove si terrà tra le altre cose il concerto d’apertura, saranno i partner di questo allargamento del bacino di fruitori del festival. E l’anno scorso gli studenti coinvolti furono ventimila. All’Arici si esibirà dunque una pianista di diciotto anni, capace di comunicare in modo diretto e coinvolgente: un’artista che esprime musicalità quando suona e quando parla, Frida Bollani. «Figlia di Petra Magoni e Stefano Bollani, è una ragazza baciata dal talento che ha accettato la sua cecità e sa arrivare ai ragazzi trasmettendo il suo talento straordinario e il suo entusiasmo per la vita e l’arte - ha spiegato l’ideatore e direttore artistico del festival. Daniele Alberti, anche presidente della Fondazione Soldano da cui trae origine e linfa la manifestazione, cita Oscar Wilde per dir che la vita è ciò che accade «mentre pensiamo ad altro», e un detto condiviso da molte culture: «I giovani sanno andare più veloci ma gli adulti conoscono meglio la strada. Ne abbiamo fatto la nostra grammatica». Ma tra le ispirazioni fa capolino anche quella del padre: «Non è importante quello che ci succede nella vita ma quello che facciamo con quello che ci accade». Parole che nascono dall’esigenza di non rimuovere ciò che è successo, determinando anche l’esperienza di capitale della cultura a Brescia e Bergamo: la pandemia. «Ho avuto io stesso una polmonite bilaterale e sono stato malato due mesi e mezzo, oltre ad aver perso mio papà»: dice il direttore artistico parlando dello sconvolgimento che ha toccato tutti. E le cui conseguenze sulla visione, la psiche e le speranze dei giovani sono ancora poco indagate. «Grandi attenzioni e capacità di leggere le fragilità» sono state messe in campo dalla Fondazione, rileva Laura Castelletti vicesindaco e assessore alla Cultura, che descrive questa realtà e la rassegna come «straordinari alleati dell’amministrazione comunale per l’inclusione e l’educazione delle nuove generazioni», parole chiave del programma. «C'è grande preoccupazione per i nostri ragazzi in fase post pandemica: c'è chi manifesta disagio, chi si chiude in se stesso. Ma quando riusciamo a connetterci con loro, come si riesce a fare qui, riusciamo a connetterci con le loro famiglie». Ragione per cui le connessioni tra ragazzi ed esponenti del mondo della cultura, del sapere scientifico, dell’imprenditoria sono essenziali: il baricentro si sposta lì, con accento sul «divertimento» nello sperimentare nuovi legami, parole chiave e talk, non solo sulle preoccupazioni e sulle emozioni negative. Responsabilità alimentare, educazione alla tecnologia, sostenibilità, «periferie» e protagonismo dei giovani le 5 aree di intervento di questo lungo «young festival». Un format nuovo come You& Ai indaga le possibilità e le implicazioni dell’intelligenza artificiale e della tecnica (uomo e tecnologia: chi controlla chi? Come maneggiare le grandi possibilità che il sapere ci spalanca davanti?). Per il format nato da un’idea di Diego Parzani «spazio» è la parola scelta: quello dell’io, quello cosmico o quello dell’algoritmo che, metabolizzando miliardi di dati, sforna «scelte». Interverranno, oltre a Mancuso, Silvia Semenzin (11 febbraio) che fa ricerca a Madrid, insegna ad Amsterdam ed è riuscita a far approvare una legge sul «revenge porn» e Valentina Sumini, architetto spaziale 36 enne che lavora per Esa e Nasa, progetta spazi per stazioni sulla Luna «ed è un esempio di come la scuola italiana produca spesso straordinaria energia». La necessità di mettere la persona al centro della tecnologia è stata sottolineata da Giovanna Franceschetti di Gefran. E mettere al centro l’umano significa non occuparsi solo di chi ha gli strumenti materiali per farsi notare ma anche di chi deve fare più fatica per uscire dalle scomodità della vita. Ecco «From Me to We», da uno spunto don Marco Mori (direttore ufficio oratori), che raccoglie ragazzi da periferie diverse, da San Polo a Quarto Oggiaro a Scampia, per «fare delle differenze degli altri un punto di forza». «Una Capitale è capace di accogliere. E i ragazzi sono portatori sani di domande. Questo sia l’anno della cultura dei giovani di periferia che si scambiano idee. Un’esperienza piccola come numeri ma preziosa come un diamante». Lo sottolinea anche il sindaco Emilio Del Bono: «Questo festival riesce a contaminare realtà differente, rompendo le paratie». Troppo facile «quando ognuno fa il mestiere a casa sua: intercettare diverse sfumature e allargare la platea di coloro che sono affascinati da diverse dimensioni culturali - invece che restringerla - vale doppio quando aumenta la componente giovanile, come ha fatto LeXGiornate». Grande peso avrà il filone di ricerca e dibattito sulla «food responsibility», attorno alla quale è nato un festival nel festival con Confindustria Brescia: vedi l’attenzione alle varie «crisi» (terra, energia, ecosistema, acqua e cibo) e al lavoro sulla reintroduzione dei microrganismi sterminati dalla chimica in agricoltura. I riflettori si accenderanno anche sul greco antico - così capace di vivacizzare «il pensiero laterale» - e sugli scambi con gli ordini di ingegneri, infermieri e notai. Per spiegare, come ha fatto il presidente di quello notarile Claudio Mor, «cos’è la legalità, ossia ciò che determina le chance per chiunque - in un mondo non schiavo della prepotenza - di dispiegare pienamente le proprie possibilità». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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