LE FOTO, SEGNI DI CIÒ CHE SARÀ

di Sara Centenari
«Physis», la natura colta dall’obiettivo e dalla riflessione di Cristian RotaFotografia scattata da Ugo Panella  in Bangladesh, locandina del festival
«Physis», la natura colta dall’obiettivo e dalla riflessione di Cristian RotaFotografia scattata da Ugo Panella in Bangladesh, locandina del festival
«Physis», la natura colta dall’obiettivo e dalla riflessione di Cristian RotaFotografia scattata da Ugo Panella  in Bangladesh, locandina del festival
«Physis», la natura colta dall’obiettivo e dalla riflessione di Cristian RotaFotografia scattata da Ugo Panella in Bangladesh, locandina del festival

Per Diane Arbus come per altri talenti della camera oscura c’erano cose che nessuno vedeva prima che venissero fotografate. Un concetto così semplice e disarmante era vero quando l’obiettivo di autori e reporter era percepito come l’arma più potente nel mostrare il mondo, in assenza di grandi concorrenti. Ma è vero ancor oggi, nonostante il profluvio di tracce social, crossmedialità varie e dirette video, che estendono la fatica e strapazzano gli occhi e le menti, in una continua sottrazione di tempo al Tempo, tra ondate di informazioni da perderci il sonno. La fotografia è lì, ancora, a svelarci in un solo secondo, con un solo click, uno squarcio dell’anima, un angolo di mondo con la sua umanità impensabile fino a un attimo prima. E questo è l’effetto prodotto da molte delle immagini che compongono l’ossatura di «Segni», rassegna presentata ieri in Valle Camonica. L’ottava edizione del Festival della fotografia il cui direttore artistico è Graziano Filippini sarà ospitata a Capo di Ponte. A rendere lampante il concetto di quest’arte come «chiavistello» - che sblocca la porta di realtà sbarrate o offuscate alla vista - è, ad esempio, il reportage firmato da Ugo Panella dedicato a lavoratori di Chittagong, in Bangladesh, che smantellano a mano carcasse di navi di tutto il mondo: documentazione su un cimitero a cielo aperto per imbarcazioni al limite e uomini che tentano di sopravvivere a fatiche ciclopiche («The Last Harbour»). La resa dei conti tra Hybris autodistruttiva della specie umana e dimensione illimitata della Natura, con la quale non possiamo vivere che in connessione, spunta nelle foto di Cristian Rota («Physis»). Questi panorami saranno sotto gli occhi di tutti durante tre diversi week end: il 20 e 21 agosto, poi per tre giorni dal 26 al 28 dello stesso mese e all’inizio di settembre dal 2 al 4, con il confermato intento di «intrecciare diverse dimensioni della fotografia: mezzo espressivo e artistico, mezzo documentario e storico ma anche attiva possibilità di partecipazione e scoperta del patrimonio artistico del territorio». Forte sarà l’attenzione per i grandi temi sociali del nostro tempo, per gli autori e soprattutto per i luoghi che accolgono le opere, edifici di grande originalità e interesse storico, in molti casi normalmente inaccessibili al pubblico. Riscoperta in due direzioni dunque: di temi e Paesi dimenticati o sepolti sotto una spessa coltre di indifferenza, e di posti del territorio su cui è sacrosanto che scattino flash e si accendano riflettori. La pieve di San Siro, alcune case storiche di Capo di Ponte come Casa Briscioli, Casa Tempini e Casa Malaguzzi sono alcuni dei luoghi scelti oltre a uno dei centri-cardine della rassegna, La Cittàdella Cultura. L’ottava rassegna cerca di andare oltre ai suoi confini precedenti, proponendo 8 giornate di presentazioni e 8 mostre, tre eventi speciali, uno spazio espositivo autogestito dalle associazioni del territorio, e altre location dedicate a «Segni Off», con esposizioni di fotografi emergenti in negozi e locali sfitti (aperture dalle 18 alle 23). Gli eventi speciali saranno ospitati dal MuPre, Museo della Preistoria della Valle Camonica: il 21 agosto Hermes Mereghetti per «Oltre il ritratto», il 28 Eros Mauroner («La fotografia tra realtà, finzione e rappresentazione») e il 3 settembre lo stesso Ugo Panella («Una storia afghana lunga 43 anni). Mostre realizzate anche da cooperative e associazioni come Il Cardo, SI può, Libera e dall’Istituto Golgi. Il Festival è organizzato dall’Agenzia turistico culturale del Comune di Capo di Ponte: patrocinio di Valle dei Segni, sostegno di Comunità Montana , Bim e DesignArt e altre realtà. Il sito è segnifestivalfotografia.it. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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