Lortie alla tastiera tra le note di Ligeti e gli amori di Liszt

di Luigi Fertonani
Louis Lortie, pianista
Louis Lortie, pianista
Louis Lortie, pianista
Louis Lortie, pianista

Dopo la straordinaria prova di bravura di Giuseppe Albanese, che in San Barnaba ha offerto uno spettacolare virtuosismo nella seconda parte del suo recital, il Festival pianistico prosegue alle 20 al Grande con Louis Lortie per un programma che coniuga György Ligeti, scomparso nel 2006, con gli «Années de Pèlerinage» di Liszt. Ligeti appartiene al secondo Novecento e non per caso lavorò con Karlheinz Stockhausen, anche se il suo apporto alla musica elettronica è abbastanza limitato. Ha elaborato gradualmente un linguaggio che ha spesso fatto parlare di «astrazione», di particolare concentrazione sul suono prodotto. Gli «Anni di pellegrinaggio» si riferiscono alla nota vicenda sentimentale di Franz Liszt, che nel 1835 aveva 24 anni e aveva mietuto non solo straordinari successi in campo pianistico, ma anche in quello amoroso; idolo delle donne, non solo della tastiera. Ma in quel 1835 Liszt fuggiva letteralmente da Parigi in compagnia… di una donna, naturalmente, la contessa Marie d’Agoult che fuggiva con lui dal marito; uno scandalo enorme per l’epoca. Fu così che la coppia, non propriamente clandestina, «pellegrinò» nei tre anni successivi in vari Paesi europei, dalla Svizzera all’Italia, e in questi viaggi il pianista non rimase inattivo: nacquero così i vari libri degli «Anni di pellegrinaggio» nei quali Liszt evocava, raccontava in musica monumenti, paesaggi, capolavori letterari. La serie dedicata alla Svizzera si aprirà con «Au bord d’une source» e continua con «Vallée d’Obermann» e «Les cloches de Genève - Nocturne». Ampia la scelta dei brani tratti dal terzo anno, quello dedicato all’Italia: dai cipressi e ai giochi d’acqua a Villa d’Este ai nostri capolavori letterari con tre Sonetti del Petrarca. Chiuderà «Dopo una lettura di Dante – Fantasia quasi Sonata», brano molto ampio dove Liszt s’ispira all’Inferno e in particolare al celebre Canto V, in cui Dante incontra gli sventurati amanti Paolo e Francesca da Rimini; fatti che potevano benissimo accadere anche all’epoca del pianista e della contessa Marie d’Agoult. Louis Lortie, di origine francocanadese, è un pianista dalla carriera straordinaria: ha studiato con Yvonne Hubert, alunna del leggendario Alfred Cortot, con Dieter Weber e Leon Fleisher, discepolo di Schnabel. Noi l’abbiamo applaudito per la prima volta nel 1984, quando vinse il primo premio al Concorso «Ferruccio Busoni» di Bolzano e si segnalò al Concorso di Leeds. Ha collaborato con le più grandi orchestre, dalla BBC Symphony Orchestra alla BBC Philharmonic, dall’Orchestre National de France alla Filarmonica di Dresda. Quasi cinquanta incisioni con l’etichetta Chandos, da Mozart a Stravinskij. •.

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