Ludwig riapre il nuovo Vittoriale

di Luigi Fertonani
Il direttore Gábor Takács-Nagy
Il direttore Gábor Takács-Nagy
Il direttore Gábor Takács-Nagy
Il direttore Gábor Takács-Nagy

Aria di nuovo, anzi di nuovissimo l’altra sera al Vittoriale di Gardone Riviera in occasione del concerto dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta dall’ungherese Gábor Takács-Nagy: il pubblico, entrato ordinatamente nel teatro all’aperto, si è trovato davanti a una struttura completamente rinnovata nelle sue gradinate di marmo rosso di Verona, quelle che Gabriele D’Annunzio avrebbe voluto e che sono state appena completate, dando allo spazio un carattere particolarmente affascinante anche grazie al colore che questa pietra particolare assume nelle ore serali. Rigoroso il distanziamento fra il pubblico controllato dal personale. E comprensibile l’orgoglio espresso dall’assessore regionale Stefano Bruno Galli - l’intervento è stato realizzato grazie a un contributo della Regione - e del presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, che ha annunciato per l’anno prossimo il completamento degli interventi sulla casa del Vate. Poi spazio alla musica. A cominciare da una prima esecuzione assoluta, quella della Suite Leonardiana presentata dal suo giovane autore, Andreas Gies: al centro un tema con variazioni che ha visto intervenire le varie sezioni orchestrali in una serie di episodi di grande effetto dal punto di vista delle sonorità e dei timbri, fino alla conclusiva «domanda aperta». LA PARTE DELLA SERATA dedicata a Ludwig van Beethoven, in occasione dei 250 anni dalla nascita, è iniziata con una delle sue Ouverture, peraltro non tra le più note, e cioè quella delle Creature di Prometeo, rivisitazione in musica del mito e costellata da grandi effetti orchestrali. Dominati da un Gábor Takács-Nagy estremamente dinamico e sicuro nel gesto direttoriale e che nel frattempo saggiamente si era tolto la giacca per la grande calura. Ma il brano che più ha colpito il numeroso pubblico, dalla platea alle rosse gradinate, è stata comunque la Quarta Sinfonia di Beethoven con i suoi bellissimi temi, con l’elegante Scherzo e la grande dinamicità del trascinante finale. Peccato che il pubblico abbia applaudito alla fine di ogni singolo movimento della Sinfonia, rompendo il sottile legame tra ognuno dei suoi tempi. Lunghissimi applausi anche alla fine, e in bis è arrivato l’ultimo tempo del capolavoro beethoveniano. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti