Montini-Menapace Lettere e impegno per il cambiamento

di Magda Biglia
L’autrice del libro: Ileana Montini
L’autrice del libro: Ileana Montini
L’autrice del libro: Ileana Montini
L’autrice del libro: Ileana Montini

Le lettere fra due donne, un’amicizia che si intreccia con le vicende politiche del nostro Paese in anni densissimi, e soprattutto da questo punto di vista, come quelli fra il 1968 e il 1991. «Il personale è politico» si diceva allora e così è negli scritti di Ileana Montini, così è nell’ultimo «Lidia Menapace donna del cambiamento» che riunisce quelle lettere fra due protagoniste di percorsi partiti dalla Democrazia cristiana per approdare al Manifesto e che sarà presentato oggi alle 18 nella sala Sant’Agostino di palazzo Broletto, a cura del Centro di Documentazione e Informazione Salute di Genere. Introdurrà Annalisa Voltolini, dialogherà con l’autrice Donatella Albini, chiuderà Elisabetta Donati. «Pensieri nell’esistenza di una donna» si intitola la serata ma, se si parla di nomi come Montini, Menapace, Dacia Maraini, Rossana Rossanda, Luciana Castellina, Tina Anselmi, Franca Falcucci, si tratta, da posizioni diverse, di pensieri che hanno fatto storia. Si parla di movimenti, di gruppi, di elaborazioni, di incontri e di scontri. Non solo di pensieri, ma di parole, di azioni, di scritti. E nella vita, nelle opere della Montini («sono una memorialista») scorre tutto questo, il femminismo italiano, dentro e fuori i partiti che lo hanno maldigerito. E non solo loro, se pensiamo a Menapace cacciata dall’Università Cattolica. «Oggi abbiamo una donna premier per la prima volta, ma è, come le donne oggi, “emancipata” ovvero tarata sul modello maschile. Si fa chiamare presidente del Consiglio, indossa il tailleur. Non è questo che volevamo bensì la valorizzazione delle differenze e dei mutamenti, donne aggressive sì per autostima e autoaffermazione, uomini che non temono emozioni e sentimenti. Abituate alla cura dei corpi indifesi, abituate a resistere, possiamo fare tutto e con una marcia in più. Ma l’Italia è ferma, ancora patriarcale», dice Montini. La sua esistenza militante è passata anche da Brescia, dove ha abitato, sposata con un bresciano, dal 1986 al 2019, dove ha insegnato ed è stata psicologa, dove ha fatto politica, capolista alle elezioni del 1987 per il Sole che ride. Dove è stata cofondatrice dell’Università delle donne Simone de Beauvoir, dove ha scritto e collaborato.•.

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