«Nella tempesta» l’arte di 5 autori che solcano il presente senza vascello

di Alessandra Tonizzo
«Nella tempesta»  il Gruppo Sesta Impronta ha un obiettivo dichiarato: «Uscirne incolumi, migliori, senza dubbio più liberi» La vernice venerdì alle 17.30 in città, a Palazzo Facchi
«Nella tempesta» il Gruppo Sesta Impronta ha un obiettivo dichiarato: «Uscirne incolumi, migliori, senza dubbio più liberi» La vernice venerdì alle 17.30 in città, a Palazzo Facchi
«Nella tempesta»  il Gruppo Sesta Impronta ha un obiettivo dichiarato: «Uscirne incolumi, migliori, senza dubbio più liberi» La vernice venerdì alle 17.30 in città, a Palazzo Facchi
«Nella tempesta» il Gruppo Sesta Impronta ha un obiettivo dichiarato: «Uscirne incolumi, migliori, senza dubbio più liberi» La vernice venerdì alle 17.30 in città, a Palazzo Facchi

Per Giorgione, sotto coltri di piccoli pennelli, era metafora della sorte: strali fulminosi, all’uomo peregrino, dentro un cielo mai del tutto sereno. «Nella Tempesta», per contro, è il vero presente che 5 artieri solcano senza vascello; una similitudine, più che altro, di venti cattivi e increspanti. Anita Treccani, Fabio Laporta, Federico Ruggeri, Margherita Cambon, Sonia Perrone sono il «Gruppo Sesta Impronta»: dentro al fortunale tentano «di uscirne incolumi, migliori, senza dubbio più liberi». Nell’era svuotata del furore iconoclasta, la mostra–vernice di venerdì 4 novembre, alle 17.30 in città, a Palazzo Facchi – s’allinea al dispiegamento del sottile, garbato, mal-stare storico. Le opere – una quarantina, eterogenee per influssi ed estetismi – sferzano i concetti tavorizzanti proposti a mo’ di cura culturale, preferiscono squame di pazzia, involuzioni, consolazioni turbanti. «Non siamo scienziati: abbiamo soltanto il potere dell’immaginazione», sentenzia G.S.I., collettivo bresciano, nato nel 2019, che collega «individualità diverse ma complementari»; «l’arte e la bellezza possono contrastare pratiche di vita insostenibili, ma è anche vero che manifestare i nostri disagi, esprimerli sotto forma artistica, è spesso travagliato come un parto». Essere terrestri al giorno d’oggi, per l’ensemble, si traduce in dolenti intermittenze la cui panoramica, al capolinea, lascia nel ventre una nausea brezzata e una fame guasta, come un «ancòra» che, si sa, abbia già un ammanco futuribile di spazio a venire, una promessa tradita in nuce. Piace far pen(s)are, a questo coro, delicatamente combattendo su piedi inquieti e mutili (Treccani-«Red Fox», designer e illustratrice), le cui scie di colore testimoniano un movimento strozzato, prove di sensibilità; a fianco, condanne in bianco e nero, tra pachidermi e pubi sbocciati, illustrano prigionie durante l’ora d’aria, forse in sogno. Le installazioni rompono lo schema murale, sbottano nascite inorganiche o apocalissi. Ci sono prolunghe sul nulla (Laporta-«Invisibile_letto», pittore astratto), sporchi diluvi di spille, siringhe pugnalate e grovigli di plastiche annerite. Quando compaiono sacchiformi mostri extraurbani d’inflessione stilizzata (Ruggeri, film-maker surrealista), inizia il muto romitaggio tra paesaggi di bile e arsura. La preparazione, pressappoco, a tornare umani rifugiati – avvolti in solitudini sindoniche (Cambon, docente, esperta di recycled art); lo stropicciamento di stoffe dai molti volti dice una sofferenza pigra, quasi malata: una coperta-bozzolo che fa attrito: le cromie squillanti e l’acuminata mollezza dello spasmo. Che le facce nascondono invece. L’agonia viene respirata dai dettagli tecnici – la gittata del colore, spazi di colpo vuoti, tossiche sfumature di fumo; ecco che il ritratto ricorda vecchie e spinate crocifissioni da pieve agreste (Perrone: insegnante, tatuatrice e ritrattista), su cui stridono colature poco meno che organiche, simulacro orgiastico di un atelier voluttuario. Tutto insieme, la paura dosata; grammi che fanno bene a ricordarci la finitezza e lo spavento, non dei giorni contati ma d’averne perso il conto, giocando ad altro. «Nella Tempesta» è realizzata col patrocinio del Comune di Brescia e l’assessorato delle politiche giovanili e delle pari opportunità; sarà visitabile gratuitamente sino al 13 novembre prossimo a Palazzo Facchi, in via Matteotti 74, i venerdì dalle 16.30 alle 20.30, sabato e domenica dalle 15 alle 21.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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