«No nukes» La città chiama il Governo

La performance di Zehra Dogan al Festival della Pace di due anni faRoberto Cammarata
La performance di Zehra Dogan al Festival della Pace di due anni faRoberto Cammarata
La performance di Zehra Dogan al Festival della Pace di due anni faRoberto Cammarata
La performance di Zehra Dogan al Festival della Pace di due anni faRoberto Cammarata

Riparte da Brescia l'appello per un mondo libero dalle armi nucleari. La cerimonia di apertura della quarta edizione del «Festival della Pace», dal Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, ha ridato fiato ad una richiesta che, da anni, alimenta il movimento «Italia, ripensaci», che si batte per lo stop immediato e permanente di armi di distruzione di massa, «create per distruggere città e sterminare cittadini di uno Stato nemico: una cosa moralmente inaccettabile», hanno sottolineato Lisa Clark, coordinatrice per il disarmo nucleare – Rete italiana pace e disarmo e Daniel Hogsta, coordinatore della campagna ICAN. All'apertura del Festival ha partecipato anche Marina Sereni, vice ministra degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, che ha ribadito come «la materia del disarmo nucleare resta centrale per il nostro Paese, premessa per la conservazione di condizioni durature di pace».Nessun annuncio della firma da parte del Governo della campagna «Italia, ripensaci» (nata nell'ottobre del 2016: a Brescia hanno aderito 57 enti locali e oltre 170 associazioni), ma l'impegno «per azioni concrete per assicurare pace e sicurezza: senza, non è possibile costruire uno sviluppo sostenibile e inclusivo». Il Festival, che ha avuto il sostegno (in video) di Izumi Nakamitsu, sottosegretario generale dell'Onu per il disarmo, fino al 28 novembre svilupperà il tema della pace «con una pluralità di temi e linguaggi, per arrivare alla coscienza di ciascuno: la pace non è un'idea tra le altre, ma un diritto fondamentale in pericolo», ha affermato Roberto Cammarata, presidente del Consiglio comunale di Brescia, mentre il sindaco Emilio Del Bono ha ricordato che «stiamo vivendo un processo regressivo, che aumenta il rischio di conflitto globale: siamo nella Terza guerra mondiale a frammenti, come ha detto Papa Francesco». A Brescia, è nato il Coordinamento provinciale degli enti locali per la pace e la cooperazione, presieduto da Camilla Bianchi, per «creare sinergie: la strada è lunga, ma essere insieme ci dà forza», mentre Alessja Trama di Senzatomica ha ribadito che «le armi aggravano i problemi, abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare, allontanandoci dal concetto di sicurezza militare». L'apertura del Festival ha anche messo un nuovo tassello verso Brescia e Bergamo capitale della cultura 2023: un albero di kaki di Nagasaki è stato donato all'amministrazione orobica e Cammarata ha annunciato «una Marcia della Pace che nel 2023 partirà dai due capoluoghi per ritrovarsi a metà strada».•. M.Ven.

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