«ORA PENSIAMO AL PROSSIMO...»

I Dunk in Latteria Molloy: anche Carmelo Pipitone, Marco Giuradei, Luca Ferrari,  Riccardo Tesio ed Ettore Giuradei hanno aderito a L’Ultimo  ConcertoRoby Facchinetti cammina pensieroso a Torri del Benaco
I Dunk in Latteria Molloy: anche Carmelo Pipitone, Marco Giuradei, Luca Ferrari, Riccardo Tesio ed Ettore Giuradei hanno aderito a L’Ultimo ConcertoRoby Facchinetti cammina pensieroso a Torri del Benaco
I Dunk in Latteria Molloy: anche Carmelo Pipitone, Marco Giuradei, Luca Ferrari,  Riccardo Tesio ed Ettore Giuradei hanno aderito a L’Ultimo  ConcertoRoby Facchinetti cammina pensieroso a Torri del Benaco
I Dunk in Latteria Molloy: anche Carmelo Pipitone, Marco Giuradei, Luca Ferrari, Riccardo Tesio ed Ettore Giuradei hanno aderito a L’Ultimo ConcertoRoby Facchinetti cammina pensieroso a Torri del Benaco

Era annunciato come un gigantesco show globale. È stato invece un flashmob (anzi, webmob): una provocazione che ha spiazzato, facendo riflettere e suscitando polemiche. Quindi ha centrato il bersaglio. «L’ultimo concerto», era stato programmato. Ma il titolo aveva un significato recondito, perché quel concerto è stato nel 2020. Gli artisti che avevano promesso di esibirsi in 130 club sabato, nell’anniversario delle prime chiusure dovute all’emergenza Covid, hanno lanciato un segnale chiaro in streaming agli oltre 100 mila appassionati che si sono collegati al sito creato per l’occasione. Al posto dello show previsto, un silenzio assordante. In ogni video, una performance senza musica: in Latteria Molloy i Dunk coperti da un’interferenza, al Druso Roby Facchinetti costretto a chiudere il pianoforte; Brescia e Bergamo, unite nel dolore per la pandemia. Poi i Subsonica che compilano scalette senza accendere l’impianto all’Hiroshima Mon Amour, Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo pensierosi con un bicchiere di vino al Bloom, i Marlene Kuntz (con l’ubiquo Riccardo Tesio, componente anche dei Dunk) che al Fabrik paiono mettere in scena un episodio di Twin Peaks, i Lacuna Coil che si preparano ad assaltare l’Alcatraz truccandosi di tutto punto per poi schierarsi immobili sul palco... E un elenco infinito di big coinvolti: Roy Paci e Anastasio, Tre Allegri Ragazzi Morti e Lo Stato Sociale, Ghemon e Brunori, i Pinguini Tattici Nucleari e I Ministri, Zen Circus e Marina Rei, Fast Animal and Slow Kids e Cosmo, addirittura Caparezza e Ligabue. Tutti silenti, in un modo o nell’altro, con un messaggio condiviso e scritto nero su bianco. «Nessun concerto. Ecco, lo avete capito anche voi. Qui è dove siamo adesso: la realtà che viviamo oggi, che rischia di essere anche il nostro domani. L’Ultimo Concerto? L’avete già vissuto, nel 2020. Il Prossimo? Noi vogliamo che ci sia! Dateci voce, ci mettiamo la passione e i palchi». I lavoratori dello spettacolo - tutti, dagli artisti alle maestranze - insieme ai live club: «Da un anno siamo obbligati al silenzio e cerchiamo di preservarci per un futuro che ogni giorno sembra allontanarsi. Abbiamo voluto condividere con voi queste sensazioni e, con ancora questo sapore amaro in gola, vi chiediamo tutto il supporto di cui abbiamo bisogno... Desideriamo essere citati come luoghi di cultura, al pari di cinema e teatri, e non scomparire nel silenzio». La protesta senza precedenti ha sensibilizzato a dovere, anche se molti hanno frainteso e inondato i social per manifestare la loro rabbia verso quella che hanno considerato «una trollata, un fake, una truffa». Inevitabile l’amarezza di chi per questa iniziativa si è messo in gioco. «“Gli artisti che ci fanno tanto divertire”... Evidentemente aveva ragione lui, con questa affermazione - sospira Andrea Ponzoni (Doc Servizi) alludendo alla famosa uscita infelice dell’ex premier Giuseppe Conte -. Se scelgono di non far divertire, il pubblico s’incazza». Ma l’Italia, secondo Luca Borsetti (Latteria Molloy), adesso «ha capito che il mondo dello spettacolo è un mondo lavorativo; se lo ignori fino all’ultimo arriva una fase in cui protesta... e si crea del disagio. Il mondo dello spettacolo per la prima volta si è mostrato coeso per lottare contro un destino che è assurdo e si può evitare». Anche lo StranPalato è sulla stessa lunghezza d’onda della protesta che ha il suo manifesto sulla pagina Facebook de L’Ultimo Concerto: «Vi siete commossi. Vi siete emozionati. Vi siete arrabbiati. Vi sentite delusi e traditi. Siete con noi e siete contro di noi. Tutti, nel bene e nel male, avete raggiunto una nuova consapevolezza, riguardo quello che i live club italiani stanno vivendo da un anno a questa parte».•.

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